Ddl concorrenza, la palla passa alla Camera. I giudizi sul provvedimento
Dopo il voto di fiducia in Senato, il ddl concorrenza si prepara a tornare alla Camera. Un percorso travagliato, quello del provvedimento, partito nell’ottobre 2015 e non ancora concluso. Il ddl interviene su diversi settori – farmacie, poste, rc auto, mercato dell’energia, telecomunicazioni, hotel – ed è oggetto di valutazioni contrastanti da parte delle singole categorie professionali interessate. Oggetto di forti pressioni e di azioni di lobby, molte misure sono invise alle associazioni dei consumatori – come la previsione di abolire il mercato tutelato dell’energia, che slitta di un anno.
Il Senato ha approvato ieri – con 158 voti favorevoli, 110 contrari e un astenuto – l’emendamento interamente sostitutivo del ddl n. 2085, Legge annuale per il mercato e la concorrenza, contenente anche alcune modifiche di natura tecnica al testo proposto dalla Commissione Industria, sul quale era stata posta la fiducia. Il provvedimento torna ora alla Camera dei deputati. Le misure previste sono diverse. Poste Italiane non avrà più l’esclusiva sulla spedizioni degli atti giudiziari e sulla notifica delle sanzioni a partire dal 10 giugno 2017. Si prevedono polizze scontate per chi installerà sulle automobili la scatola nera. La liberalizzazione del mercato dell’energia partirà dal primo luglio 2019, quando sarà cancellato il mercato di maggior tutela. Sul fronte delle farmacie, queste potranno far capo anche a società di capitali, che però non potranno controllare direttamente o indirettamente più del 20% delle farmacie esistenti sul territorio regionale. Non c’è invece nessuna novità invece sulla liberalizzazione della distribuzione dei farmaci di fascia C, quelli con ricetta ma a carico del cittadino, che resteranno nelle farmacie.
Il ddl interviene anche nel settore telefonia, dove le spese di recesso o di trasferimento ad altro operatore (non si parla di penali, ma per molti si tratterebbe di penali mascherate) devono essere commisurate ai “costi reali sopportati” dalle aziende che comunicheranno tali costi all’Agcom; il consumatore dovrà poter cambiare operatore o effettuare il recesso anche per via telematica; i contratti collegati a offerte promozionali non potranno avere durata superiore a 24 mesi. Il provvedimento interviene nel settore degli hotel e prevede che gli alberghi saranno liberi di fare offerte migliori di quelle che si trovano sui siti di prenotazione online: saranno vietati i patti che obbligano le strutture turistiche a non offrire ai clienti prezzi migliori di quelli dei siti online terzi, quali Booking e simili. Sul fronte dei trasporti, invece, il Governo si dà un anno di tempo per le norme su taxi e Uber: il ddl prevede che adotti entro 12 mesi un decreto legislativo di riforma organica del settore del trasporto pubblico non di linea.
Diversi i giudizi sul provvedimento. “Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione oggi, in Senato, del ddl Concorrenza presentato dal governo Renzi nel febbraio 2015 – ha detto il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda – Si tratta di un provvedimento articolato e complesso che interviene in numerose materie: energia, assicurazioni, telecomunicazioni, servizi postali, servizi bancari, professioni, farmacie, turismo e trasporto pubblico e che rappresenta un importante strumento per promuovere la crescita economica, gli investimenti e l’occupazione e per fornire ai consumatori forme di tutela più efficaci e moderne. Confido che si possa giungere in tempi rapidi all’approvazione definitiva alla Camera dei Deputati”.
Dalle sigle a vario titolo interessate arrivano interpretazioni discordanti. Gli operatori postali privati di Fise Are apprezzano l’abrogazione della riserva postale per la notifica degli atti giudiziari e le violazioni del Codice della Strada: questo, affermano, “consentirà finalmente agli operatori privati di concorrere per offrire servizi più efficienti nell’interesse dei Cittadini”. E spiegano: “La liberalizzazione del mercato postale è un passaggio fondamentale per recuperare efficienza e competitività e consentire all’Italia di allinearsi agli standard degli altri Paesi europei. Con l’eliminazione della riserva, finalmente più operatori postali potranno concorrere nell’offrire servizi in grado di ottimizzare l’efficienza della PA italiana e dimezzare i costi a vantaggio dei cittadini. Ogni anno sono infatti oltre 45 milioni gli atti giudiziari e le multe che vengono inviati ai cittadini in regime di riserva e questa area di esclusiva ha determinato un aumento di costi per una raccomandata di oltre il 100% rispetto al prezzo medio di mercato, ovvero 12 euro contro 6 euro”.
Critiche arrivano invece dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti, che “deplora che per un provvedimento dell’importanza del DdL Concorrenza si sia ricorsi al voto di fiducia, ignorando la richiesta dei relatori di riportare il testo alla X Commissione”. Per la Fofi “l’ingresso delle società di capitali nella titolarità delle farmacie, finora riservata ai farmacisti, avviene in modo difforme rispetto a quanto disposto per altre attività professionali, per esempio quella di avvocato, dove nelle società è imposta la presenza maggioritaria dei professionisti. Inoltre, non si pongono limitazioni efficaci al numero delle farmacie che ciascun soggetto economico può possedere, aprendo la strada alla costruzione di posizioni dominanti se non di veri e propri oligopoli: l’opposto di quanto dovrebbe realizzarsi con la concorrenza. Attualmente il limite del 20% a livello regionale consente a soli cinque soggetti il possesso di tutte le farmacie a livello nazionale”.
Gli albergatori invece apprezzano la possibilità di agire sui prezzi. Dice Federalberghi: “Quando la norma concluderà il proprio iter, i grandi portali di prenotazione alberghiera non potranno più impedire agli hotel di pubblicare sul proprio sito internet un prezzo più basso di quello pubblicato sui portali stessi. Da questa norma – prosegue la sigla – trarranno giovamento i consumatori (che beneficeranno di prezzi migliori), le imprese (che potranno aumentare le vendite dirette) e l’erario (recuperando imposte che oggi vengono dirottate all’estero)”.