Cybercrime, Eurobarometro europei preoccupati ma solo il 50% si difende
Non è più uno sconosciuto (forse perché ha mietuto non poche vittime): i cittadini europei sanno bene cos’è il cybercrime e cercano di difendersi. L’89% evita di fornire informazioni personali online e il 74% ritiene che il rischio di cadere vittima di reati informatici sia aumentato negli ultimi anni. Il 12% degli internauti ha già subito frodi informatiche e l’8% è stato vittima di furto di identità. Nonostante questo il 53% non ha cambiato nessuna password online nell’ultimo anno. Sono i dati della nuova indagine Eurobarometro che ha intervistato quasi 27.000 cittadini europei.
Dall’indagine emerge forte il collegamento tra l’informazione e la percezione di sicurezza: la maggior parte di coloro che si sentono sicuri nell’effettuare operazioni bancarie o acquisti online si ritiene adeguatamente informata sulla criminalità informatica. Ad acquistare beni o servizi online è il 53% degli utenti di internet; il 48% effettua operazioni bancarie online e il 20% vende beni o servizi in rete. C’è, però, ancora un 29% di cittadini che non si ritiene in grado di usare internet per effettuare operazioni bancarie o acquisti online.
Sicurezza e informazione: il 59% degli intervistati non si reputa adeguatamente informato sui rischi della criminalità informatica; il 40% è preoccupato della possibilità che qualcuno si appropri o usi indebitamente i suoi dati personali e il 38% dubita della sicurezza dei pagamenti online.
“Sempre più persone sfruttano le potenzialità di internet e beneficiano dell’economia digitale. Non sorprende quindi che la sicurezza delle informazioni personali e dei pagamenti online sia una delle principali preoccupazioni. Colpisce invece il fatto che solo il 50% degli europei prenda misure efficaci per proteggersi dalla cibercriminalità – ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria europea per gli Affari interni – Non dobbiamo permettere che i criminali informatici perturbino il nostro uso di internet. Più conosciamo i rischi e il modo in cui proteggerci, più possiamo investire nella nostra vita digitale”.
Ma c’è una novità che partirà a gennaio 2013: su proposta della Commissione Europea, sarà operativo un Centro europeo per la lotta alla criminalità informatica (EC3) per proteggere i cittadini europei e le imprese dalle crescenti minacce informatiche. Il Centro si concentrerà sulle attività illegali online svolte da gruppi della criminalità organizzata, in particolare sugli attacchi contro i servizi bancari online e altre attività finanziarie online. Studierà il modo per proteggere meglio i profili dei social network dalle infiltrazioni criminali e fornirà informazioni e analisi alle autorità di contrasto nazionali, che potranno così contribuire a contrastare i furti di identità online, l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori online e gli attacchi informatici contro le infrastrutture nevralgiche e i sistemi d’informazione dell’UE.
I preparativi per la sua istituzione presso Europol, all’Aia, sono a buon punto, con la costruzione di un laboratorio per la criminalità informatica, la creazione di circa 30 posti in organico a tempo pieno e il collegamento con gli Stati membri che forniranno esperti al Centro.