Sono circa 8 milioni gli italiani che fanno volontariato: quasi 5 milioni lo fanno dando il loro contributo a qualche associazione, altri 3 milioni prestano il loro servizio in forma individuale (dati Istat). Con queste cifre, il ddl di riforma del Terzo Settore, che ha ottenuto ieri il “sì” in Senato, ha suscitato il forte consenso da parte dei 71 CSV, i centri di servizio per il volontariato presenti in Italia. “Con questa riforma, i Centri di servizio diventano riferimento per il volontariato di tutto il Terzo settore”, ha commentato il presidente di CSVnet, Stefano Tabò. Il testo del ddl di riforma permette ai Centri di servizio di fornire supporto tecnico, formativo e informativo per promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del Terzo settore e non più soltanto alle sole organizzazioni di volontariato così come definite dalle legge 266 del 1991.
“È una evoluzione importante”, sottolinea il presidente, “alla quale il legislatore fa corrispondere l’altra grande novità, ovvero il “il principio della porta aperta: tutte le organizzazioni del Terzo settore potranno concorrere alla conduzione dei CSV, la cui governance dovrà comunque rimanere in capo alle organizzazioni di volontariato, che devono rappresentarne la maggioranza, attraverso una gestione democratica partecipata e radicata territorialmente”. In questo modo l’azione dei CSV potrà essere rivolta a tutti i volontari e non solo alle associazioni di volontariato.
La riforma ha di fatto accolto molte delle richieste avanzate dai Centri di servizio, tra cui il finanziamento stabile, con programmazione triennale, con le risorse messe a disposizione delle fondazioni di origine bancaria. Proprio in queste settimane è in corso una verifica dell’accordo Acri-Volontariato, il patto pluriennale, in scadenza nel 2016, che regola l’uso dei fondi delle associazioni di origine bancaria destinati a sostenere le attività delle associazioni che operano nel Terzo Settore.
“I decreti legislativi che il Governo dovrà adottare dopo il passaggio alla Camera saranno determinanti nel definire i dettagli ma, finalmente, già si intravede un impianto giuridico capace di valorizzare il ruolo della nostra rete e l’esperienza maturata in 20 anni di attività”, ha concluso Tabò.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)