CUD elettronico, esposto del Codacons alla Procura di Roma
E’ finita (almeno per ora) con un esposto alla Procura della Repubblica di Roma la vicenda dell’invio telematico dei CUD ai pensionati. A firmarlo il Codacons che non si è lasciato ‘condizionare’ dal successo sbandierato proprio oggi dall’Inps e dopo la Corte dei Conti si è rivolto alla Procura. I reati ipotizzati sono interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità e omissione di atti d’ufficio.
Il Codacons nell’esposto ha evidenziato l'”assoluta mancata informazione nei confronti dei contribuenti circa il cambiamento posto in essere e le modalità di accesso al modello CUD con il passaggio dall’invio del cartaceo all’invio telematico ( molte persone non vedendosi recapitare, come era previsto, il cartaceo, hanno scoperto delle novità telematiche solo contattando direttamente l’INPS per chiedere come mai il modello CUD non fosse stato inviato)” e l’ “odissea legata alla macchinosità del procedimento di accesso al documento telematico (…) un procedimento non proprio opportuno per i pensionati più anziani evidentemente non abituati ad interfacciarsi con il web”. L’Associazione ricorda che dai 75 anni in su solo il 3,3% degli anziani ha usato internet e solo il 3,8% ha usato un personal computer (dati Istat).
Secondo l’Associazione anche la procedura al telefono è particolarmente macchinosa. Al numero 800 43 43 20 c’è una procedura automatica, dove una volta su due non capiscono i dati forniti, costringendo il pensionato a ricominciare daccapo, richiamando. Alcuni pensionati con nomi strani dopo 10 tentativi hanno dovuto rinunciare, rassegnati. Al numero 803 164 se si sceglie l’opzione CUD si è rinviati nuovamente alla famosa voce elettronica, mentre per parlare con un essere umano ci si deve armare di pazienza e perdersi in una giungla di ben 5 sventagliate di opzioni che cominciano dalla scelta della lingua: 1 per italiano, 2 servizi Inps, 1 per servizi al cittadino, 1 pensioni, 9 per arrivare all’essere parlante. “Peccato che, spesso, dopo essere arrivati all’agognata meta e aver atteso per svariati minuti un essere pensante, una vocina magica ti dica che “gli operatori sono al momento non disponibili, la preghiamo di richiamare più tardi” e la linea cade” scrive l’Associazione in una nota diffusa oggi.
Il Codacons ricorda che per la Cassazione (sent. n. 26077/04) l’interruzione di pubblico servizio si configura “anche in termini di limitata durata temporale e di coinvolgimento di uno solo settore. E questo anche se durata dell’interruzione è limitata temporalmente e non cagiona in concreto l’effetto di una cessazione reale dell’attività o uno scompiglio durevole del funzionamento”.
L’Associazione, infine, chiede di prorogare lo sportello veloce presso le agenzie territoriali di Inps, ed ex Inpdap ed Enpals, visto che scade a fine marzo, una proroga indispensabile per evitare che persone anziane siano costrette ad interminabili code per ottenere quello che, in un paese normale, dovrebbero ricevere comodamente stando a casa.