Agricoltura italiana, l'Annuario

Agricoltura italiana, l'Annuario

“Sono 73 anni che l’Annuario dell’ agricoltura italiana fotografa l’evoluzione del sistema agroalimentare italiano. Siamo l’agricoltura più ricca d’Europa come valore aggiunto”. Ha così aperto la presentazione dell’Annuario Stefano Vaccari, Direttore generale CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) in collegamento webinar. Vaccari ha precisato che sebbene l’Italia vanti “quasi la metà della terra francese e delle terre spagnola i nostri agricoltori non sono i più ricchi di Europa. Questo ossimoro nell’annuario trova le sue spiegazioni.

Agroalimentare italiano, Abbate: scarso l’orientamento al mercato delle aziende

Il sistema agroalimentare italiano pesa per oltre il 4% sul Pil, valore che arriva al 15% includendo il commercio, la ristorazione e altri servizi legati al cibo. “L’agroalimentare è il settore che in questo periodo di pandemia ha tenuto in piedi l’Italia. – ha detto dall’On.le Giuseppe L’Abbate, Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dai dati del rapporto emerge il fatto che siamo il paese con il più alto valore aggiunto nel settore”. “Un punto debole richiamato dall’On.le L’Abbate è “lo scarso orientamento al mercato delle aziende. Questo dato che essere un problema. Bisogna mettere in campo le politiche consentano alle nostre imprese di crescere. Importate sarà l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund”.

Come si comportano le aziende dell’agricoltura italiana

Secondo l’Annuario solo il 27% delle aziende agricole italiane intrattiene rapporti stabili con il mercato. La fetta più consistente di aziende (36%) ha solo rapporti di mercato saltuari, circa il 30% produce per l’autoconsumo e un 6% è costituito da aziende per le quali l’attività agricola è secondaria.

Performance positive sono state registrate dall’industria alimentare con un andamento decennale della produttività pari all’11,3%. Le migliori nel settore delle bevande. Sui mercati internazionali è stata registrata una netta riduzione del deficit, sceso ben al di sotto di 1 miliardo di euro nel 2019 a fronte dei 5 miliardi del 2015 e degli oltre 9 miliardi del 2011.

Agricoltura e settori correlati, chi soffre e chi ha resistito

L’agriturismo e il florovivaismo sono due comparti che hanno particolarmente sofferto la pandemia. Nel primo caso i rallentamenti nel 2020 sono collegati strettamente ai lockdown ma è cresciuta la clientela nazionale e i servizi innovativi. Per il florovivaismo i danni legati al Covid-19 sono stimati in 1,7 miliardi di euro con una diminuzione della quantità di produzione dell’8%. Il 60% della produzione dei fiori recisi è stata destinata al macero nella primavera 2020. A questo si è aggiunto il blocco delle esportazioni.
Il settore del vino ha avuto un impatto diversificato in base al mercato di riferimento. Il comparto ha subito un calo nel settore della ristorazione. Strategici i canali alternativi e la trasformazione in digitale del sistema delle relazioni.

Sostegno pubblico in agricoltura

Il sostegno pubblico incide molto sul valore aggiunto agricolo: tra il 2015 e il 2019 ha inciso per un valore pari al 34% del valore. Negli anni le agevolazioni nazionali sono diminuite con un – 10% rispetto al 2015.

Con la pandemia le misure di contenimento hanno in gran parte consentito la continuazione dell’attività agricola e di tutta la filiera fino alla distribuzione e commercializzazione.  Garantiti teoricamente anche gli spostamenti dei lavoratori delle imprese autorizzate a operare. Tale autorizzazione non ha garantito, tuttavia, la piena operatività di tutta la filiera sia per il crollo della domanda legata all’Ho. Re.Ca., sia per la manodopera stagionale.

I primi interventi nazionali e regionali sono stati finalizzati a garantire la liquidità finanziaria alle aziende. Per venire incontro a questa esigenza è intervenuto principalmente il Decreto “Cura Italia” (DL 18/2020). Inoltre, per evitare che l’emergenza possa avere effetti sulla regolarità dei rapporti “contrattuali” tra aziende e autorità competenti per l’erogazione degli aiuti PAC del I e del II pilastro, il MiPAAF, l’AGEA e le Regioni hanno provveduto con Decreti finalizzati.
Superata la fase più critica dell’emergenza, il recente Decreto “Rilancio” ha confermato l’innalzamento strutturale dell’anticipo PAC dal 50% al 70%. Previsti anche una serie di interventi, per circa 1 miliardo e 150 milioni di euro, destinati al settore agricolo per finanziare ulteriori misure per la liquidità alle aziende, nonché a percorsi di rilancio del settore e a politiche di tutela e sicurezza dei lavoratori.

Consumatori, cambiano le modalità di acquisto di beni alimentari

L’Annuario ha dedicato un approfondimento sulle modalità di acquisto e abitudini alimentari dei consumatori. Un’indagine condotta dall’Osservatorio CREA sulle eccedenze e sugli sprechi alimentari evidenzia che la quarantena ha parzialmente modificato anche le abitudini alimentari della popolazione italiana. Cambiano le modalità di acquisto privilegiando l’e-commerce sia presso la grande distribuzione che presso i piccoli esercenti tramite consegne domiciliari. Il delivery è raddoppiato rispetto agli anni precedenti soprattutto nel settore della ristorazione.

Nonostante il maggior tempo dedicato alla cucina, le abitudini alimentari restano lontane dalla Dieta Mediterranea: più dolci, ma anche più frutta, verdure e legumi. Il 60% degli intervistati presenta un basso valore dell’indice di mediterraneità delle scelte alimentari. L’Annuario offre un’analisi specifica degli sprechi alimentari, indagando sulla gestione degli avanzi di cibo. Una larga maggioranza del campione esaminato (83%) si è dichiarata attenta e capace in merito alla capacità di gestione, conservazione e consumo degli alimenti acquistati in eccesso.


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