In Italia redditi delle famiglie più bassi del 20% della media UE-15, oltre 500 euro di differenza. E le spese quotidiane hanno un impatto del 64% sul reddito, il 7% in più, nonostante le spese complessive siano, di media, inferiori dell’8,3%, una differenza di 179 euro. Nel Bel Paese una famiglia dispone, in media, di 2.806 euro mensili, contro i 3.371 euro della media europea. A rilevarlo è l’Adoc che ha analizzato nel dettaglio il costo della vita per una famiglia tipo italiana, confrontandolo con quello di nuclei analoghi in altri paesi europei. Ogni euro speso dalla “famiglia Rossi” pesa molto di più sul reddito rispetto a quello della “famiglia Müller”(Germania) o della “famiglia Dubois” (Francia). La combinazione di bassi redditi e alta pressione fiscale rende complicato sostenere le spese quotidiane”, dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc, “nella UE-15 le famiglie italiane si collocano al 12° posto come capacità reddituale, ma sono 4° nella classifica degli impatti sul reddito, precedute solo dalle famiglie greche, portoghesi e spagnole. Se l’Italia vuole avere un maggiore peso in Europa deve prima sostenere i suoi cittadini, le sue famiglie. Abbassare la pressione fiscale, tagliare le spese improduttive, contrastare seriamente l’evasione fiscale, prevedere maggiori agevolazioni e detrazioni, incrementare la capacità reddituale sono tutti interventi imperativi per agganciare il treno europeo”.

Scendendo nel dettaglio della spesa, ad incidere maggiormente sono alimentazione e salute. Al supermercato, una famiglia italiana spende in media 443 euro mensili per prodotti alimentari, a cui vanno aggiunti circa 65 euro per un paio di cene fuori casa. Per quanto riguarda la spesa per i farmaci e le visite mediche private, l’Italia presenta una spesa in linea con la media UE, pari a circa 36 euro. Per la casa e le sue utenze la spesa risulta in linea con la media europea. Complessivamente, la “famiglia Rossi”, per le spese di casa e le utenze, investe il 31% del proprio reddito, contro il 30,9% della media UE. Ma molto di più della famiglia Johansson (Svezia), che investe solo il 22,5% o della famiglia Korhonen (Finlandia), che vede impegnato il 23,9% del proprio reddito. Cinema e palestre sono più economiche che nel resto d’Europa: per una serata al cinema la famiglia Rossi spende ben 5 euro in meno rispetto alla media europea. Stesso risparmio per lo sport, in Italia si spendono in media 35 euro al mese contro i 40 euro della media europea. Chi spende di più per restare in forma sono le famiglie del Lussemburgo (60 euro) e Finlandia (48 euro).

A prima vista, sembrerebbe che la posizione delle famiglie italiane sia ottimale nel confronto europeo. In realtà non è così: sebbene in Italia la spesa globale sostenuta mensilmente sia mediamente inferiore dell’8,3% alla spesa media europea, essa incide sul reddito in misura pari al 64%, il 7% in più della media europea, ferma al 57%.

Il discrimine fondamentale, quindi, è nella minore capacità reddituale di una famiglia italiana che, al netto delle tasse,incamera poco più di 2.800 euro mensili. Un reddito inferiore di ben il 20% alla media europea. A questo va aggiunta che la pressione fiscale in Italia è tra le più alte d’Europa, pari al 43,7%, mentre la media europea si attesta al 40,9%. Ne consegue, dichiarano da Adoc che “ogni singola voce contemplata assume un peso maggiore in Italia rispetto al resto d’Europa. Con conseguenze facilmente immaginabili: difficoltà/incapacità a sostenere le spese fondamentali per la sussistenza; difficoltà/impossibilità a sostenere spese improvvise e/o urgenti, in particolare spese mediche e dentistiche; rarefazione delle spese straordinarie, in particolare per vacanze, studio e cultura, svago, sport; maggiore indebitamento, con sempre maggiore rischio di collegamenti con la malavita; maggiore ricorso alla ricerca della “fortuna” (Gratta&Vinci, scommesse) o al gioco d’azzardo.


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