Quanto pagano le famiglie per i servizi essenziali? Assistenza sanitaria, trasporti pubblici locali, fornitura d’acqua, asili nido, raccolta rifiuti: quanto pesano queste voci sui bilanci familiari, considerate insieme alle addizionali Irpef comunali e regionali? In media richiedono una spesa di quasi 2500 euro l’anno ma molto dipende dalla città in cui si risiede: la più cara è Roma, dove l’insieme di queste voci sfonda il tetto di 3 mila euro, mentre costi più contenuti ci sono a Venezia, a Palermo e a Milano. Federconsumatori li chiama “costi di cittadinanza”.

servizi pubbliciL’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha dunque realizzato il quarto rapporto sui costi di cittadinanza, analizzando le spese sostenute dalle famiglie nel 2016 per usufruire dei servizi essenziali (assistenza sanitaria, trasporti pubblici locali, raccolta rifiuti, asili nido e fornitura di acqua) con l’aggiunta delle addizionali IRPEF comunali e regionali. Il confronto è stato fatto su 14 città metropolitane e considerando una famiglia tipo di tre persone – due adulti e un bimbo che nel 10% dei casi ha meno di 4 anni – che abita in un appartamento di proprietà di 100 mq e con un reddito di 36.000 euro annui (pari ad un ISEE di circa 18.000 euro).

“La spesa media registrata per i costi di cittadinanza risulta pari a 2.484 euro, pari al 3,58% in più rispetto al 2014”, dice Federconsumatori. La differenza fra la città più cara e quella con costi più contenuti è di oltre 900 euro: i costi medi più elevati sono stati trovati a Roma (3.090 euro), seguita da Torino con 2.953 euro e da Genova 2.868 euro (città che si confermano care anche nel confronto con l’analisi del 2014) mentre le spese sono più basse a Venezia (2127 euro), Palermo (2.264 euro) e Milano (2.266 euro). A Roma, la città più cara, i costi complessivi sono superiori del 24,4% rispetto alla spesa media e del 31,1% rispetto ai valori rilevati a Venezia.

I costi di cittadinanza arrivano ad incidere sul reddito familiare complessivo in percentuali comprese tra il 5,9% di Venezia e l’8,58% di Roma. Nell’arco di due anni, i costi di alcune voci di spesa sono rimasti stabili mentre altre hanno subito forti cambiamenti, evidenzia Federconsumatori: “I costi della tassa rifiuti, del pronto soccorso e dei biglietti di corsa semplice per il trasporto pubblico locale risultano inalterati o comunque hanno fatto registrare oscillazioni non particolarmente eclatanti, ben più consistenti si rivelano gli aumenti riguardanti le prescrizioni dei farmaci (10,86%), il servizio idrico integrato (10,47%) e le addizionali regionali IRPEF (8,24%). Rispetto all’ultima indagine realizzata, la variazione del costo medio di cittadinanza ha subito un incremento del 3,58%”.

Il peso delle addizionali comunali, sottolinea l’associazione, si rivela decisivo nel determinare i costi di cittadinanza più elevati ma “non sempre pagare di più significa avere servizi migliori, anzi. In diversi casi i servizi risultano carenti o di difficile accesso a causa della crisi dei bilanci comunali: una situazione, questa, determinata anche dai tagli operati dai governi che si sono succeduti in questi anni nonché da gestioni inappropriate e inefficienti”.


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