“La corruzione ci ruba il futuro, in tutti i sensi. Una mega tassa occulta che impoverisce il paese sul piano economico, politico, culturale e ambientale”. Una “Tangentopoli senza fine” che mette a rischio la democrazia, avvelena l’ambiente, altera l’economia e crea forti disuguaglianze sociali. La corruzione si paga cara: 10 miliardi di euro l’anno in termini di prodotto interno lordo è la stima della perdita di ricchezza causata in Italia. Sono i dati resi noti oggi nel dossier “Corruzione, le cifre della tassa occulta che impoverisce ed inquina il paese” presentato da Libera, Legambiente e Avviso Pubblico. Il fenomeno, spiegano i promotori del dossier, in Italia ormai “è a livelli mastodontici e può crescere ancora, se non si contrasta in modo netto, senza mediazioni, con volontà politica concreta, che vada al di là delle parole”.
I dati del dossier applicano all’Italia stime e numeri che vengono anche da rapporti internazionali, dai dati della Banca Mondiale alle ripercussioni dell’Indice di percezione della corruzione, dai dati Eurobarometro a quelli che riguardano l’indice di percezione di Transparency International. Il risultato è un dissesto economico e sociale. Secondo la World Bank, nel mondo si pagano ogni anno più di 1.000 miliardi di dollari di tangenti e va sprecato, a causa della corruzione, circa il 3 per cento del Pil mondiale. Applicando questa percentuale all’Italia, spiegano gli autori del dossier, si calcola che annualmente l’onere sui bilanci pubblici sia nella misura di 50-60 miliardi di euro l’anno, come una vera e propria tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini. In pratica, si stima che la perdita di ricchezza causata dalla corruzione ammonti ogni anno, in Italia, a circa 10 miliardi di euro in termini di prodotto interno lordo. Sono l’equivalente di circa 170 euro annui di reddito pro capite e di  oltre il 6 per cento in termini di produttività.
Denunciano gli autori del dossier: “Se il costo diretto della corruzione, stimato all’incirca in 60 miliardi di euro, è un fardello pesante per i disastrati bilanci dello Stato, ancora più allarmanti sono i danni politici, sociali e ambientali: la delegittimazione delle istituzioni e della classe politica, il segnale di degrado del tessuto morale della classe dirigente, l’affermarsi di meccanismi di selezione che premiano corrotti e corruttori nelle carriere economiche, politiche, burocratiche, il dilagare dell’ecomafia, attraverso fenomeni come i traffici di rifiuti e il ciclo illegale del cemento, che si alimentano quasi sempre anche grazie alla connivenza della cosiddetta “zona grigia”, fatta di colletti bianchi, tecnici compiacenti, politici corrotti”. Così se si guarda dalle esperienze personali di tangenti, quindi alla corruzione vissuta sulla propria pelle dai cittadini, emerge (Eurobarometer 2011) che a fronte di una media europea dell’8 per cento in Italia ben il 12 per cento dei cittadini italiani si è visto chiedere una tangente nei 12 mesi precedenti: in termini assoluti, questo significa il coinvolgimento personale, nel corso di quell’anno, di circa 4 milioni e mezzo di cittadini italiani in almeno una richiesta, più o meno velata, di tangenti.
La corruzione è poi quella ambientale, quella che riguarda le grandi opere e lo smaltimento dei rifiuti, quella che si annida nell’edilizia e nella gestione delle emergenze. Ma è stata dimostrata, scrivono gli autori del dossier, anche una correlazione fra il tasso di mortalità infantile – riferito a bambini fino a 5 anni – e la diffusione della corruzione, misurata attraverso l’indice di percezione di Transparency International. Una stima molto prudenziale conduce a ipotizzare che «circa l’1,6 per cento dei decessi di bambini nel mondo possa essere spiegata dalla corruzione, il che significa che, delle 8.795.000 morti annuali di bambini, più di 140.000 possono essere indirettamente attribuite alla corruzione», scrivono gli autori del dossier. Il nesso causa-effetto sta nel fatto che la corruzione fa finire in tasche private fondi che invece dovrebbero finanziare programmi di cura, assistenza e prevenzione della malattie. Sostengono gli autori del dossier: “In Italia nel 2010 il tasso di mortalità infantile è stato del 3,7 per mille, pari all’incirca a 12.638 bambini deceduti in quella fascia d’età. Applicando la fatidica percentuale dell’1,6 per cento di vittime infantili della corruzione, soltanto in quell’anno in Italia si arriva a stimare la perdita di 202 bambini a causa delle tangenti”.
Se poi ci si sofferma sulla “corruzione ambientale”, emerge come spesso tutta una serie di attività illegali quali il traffico illecito di rifiuti o l’abusivismo edilizio siano accompagnate dal sistematico ricorso alla corruzione. Dal 1 gennaio 2010 al 30 settembre 2012 in Italia sono state 78 le inchieste relative ad episodi di corruzione connessi ad attività dal forte impatto ambientale, dal ciclo illegale dei rifiuti al ciclo illegale del cemento, dalla realizzazione di impianti eolici o fotovoltaici alle grandi opere, con 15 regioni coinvolte nelle inchieste e 34 procure impegnate.
Di fronte a questa emergenza, “il tempo è scaduto”, affermano Libera, Legambiente e Avviso Pubblico, che chiedono “scelte chiare, nette e concrete” alla classe politica: “Bisogna approvare il disegno di legge anticorruzione. Bisogna dire basta a chi ruba. E’ quello che hanno chiesto a viva voce oltre un milione e mezzo di italiani firmando le cartoline con cui Libera ed Avviso pubblico hanno sollecitato l’effettivo recepimento delle convenzioni internazionali contro la corruzione”.  Le tre associazioni chiedono inoltre che venga definitivamente applicata la confisca dei beni ai corrotti,  già presente nella Finanziaria del 2007.


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