TopNews. Copyright Ue: si vota il 12 settembre. Fieg: ok diritto d’autore “connesso”
La riforma europea del copyright riapproda al Parlamento di Strasburgo: mercoledì 12 settembre infatti i deputati si troveranno nuovamente a votare sulla revisione della direttiva datata 2000 e ormai superata. Il 7 luglio scorso infatti avevano respinto, con 318 voti contrari, il mandato negoziale proposto dalla Commissione giuridica a giugno per avviare i negoziati e aggiornare all’era digitale la normativa sul diritto d’autore. La proposta di revisione è stata molto discussa e vede contrapporsi da un lato le big company del web, dall’altro i grandi editori.
I principali oppositori sostengono che le misure previste dalla riforma finirebbero per cambiare la natura e la cultura di internet, mettendo a rischio la libertà di espressione.
I nodi restano i due articoli finiti al centro del dibattito già a luglio, ovvero l’11 e il 13. L’articolo 11 della riforma prevede che le piattaforme del web e gli aggregatori, Facebook, Google News e gli altri, debbano pagare gli editori per pubblicare contenuti giornalistici protetti da copyright, compresa la pubblicazione del titolo dell’articolo, del link e della breve sintesi che lo presenta (lo snippet) che vengono considerati materiali coperti da diritto d’autore. E per questo si è parlato di link tax.
L’articolo 13 chiede ai “prestatori di servizi della società dell’informazione che memorizzano e danno accesso a grandi quantità di opere e altro materiale caricato dagli utenti” di installare dei filtri che impediscano, attraverso sistemi automatici, di caricare online materiale protetto dal diritto d’autore. I big del web dovrebbero dunque bloccare attraverso filtri automatizzati e algoritmi i contenuti che potrebbero essere coperti da diritto d’autore e privi di licenza. E dunque anche video, parodie, meme e quant’altro contenga riferimenti a materiale soggetto a copyright.
Con una lettera aperta (Lettera aperta FIEG ENPA), la FIEG-Federazione Italiana Editori Giornali e l’ENPA, l’associazione degli editori europei, chiedono ai Parlamentari europei di votare a favore dell’introduzione di un “diritto connesso” per gli editori di giornali, così come previsto dall’articolo 11 della proposta di Direttiva Ue sul diritto d’autore nel mercato unico digitale.
L’introduzione di un diritto connesso tutelerebbe l’informazione professionale, libera e indipendente in Italia e in Europa, consentendo a tutte le aziende editoriali, indipendentemente dalla loro dimensione, di ottenere la giusta remunerazione per il proprio lavoro.
All’appello degli editori italiani ed europei si uniscono le associazioni dei giornalisti europei e l’intera filiera dei produttori di contenuti, schierati a difesa del diritto d’autore online e della centralità della stampa nella società civile.
Intanto, l’eurodeputata Pd, Silvia Costa, definisce “vergognosa” la campagna pressante di questi ultimi mesi. “Ci sono arrivate centinaia di email orchestrata dalle grandi piattaforme web che hanno diffuso fake news secondo le quali limitavamo la libertà degli utenti”, ha denunciato, ricordando che “la normativa tutela la libertà di espressione e la salvaguardia della competitività dell’industria culturale, audiovisiva e editoriale europea”.
Quella sul copyright, quindi, sottolinea Costa che a Venezia sta incontrando le diverse associazioni degli autori, “è una battaglia fondamentale perché dare regole e responsabilità non è censura ma la nuova frontiera a tutela della democrazia contro la sudditanza” rispetto ai “profitti miliardari” dei giganti del web che godono di “una discutibile immunità fiscale” e di un “regime di monopolio globale” L’industria creativa e culturale europea vale 536 miliardi di euro l’anno, e conta circa 12 milioni di occupati.
Prima pubblicazione 05/09/2018 ore 17.21