Convertendo, avanti con la class action
Quando si parla di banche italiane viene quasi immediato pensare ai risparmiatori truffati. La storia si ripete, ormai, identica a se stessa: istituti che “piazzano” titoli “particolari” al cliente, senza specificarne i “dettagli”. L’ultimo caso è quello del Convertendo della Banca Popolare di Milano.
Il risparmiatore che ha investito in Convertendo era convinto di trovarsi di fronte ad un’obbligazione, mentre si trattava di un titolo che si sarebbe trasformato, in modo forzoso, in azione.
“Il Convertendo è un titolo strutturato quindi molto complesso, con caratteristiche da derivato, ed era indirizzato ad investotori professionisti, con un profilo di rischio alto” spiega ad Help Consumatori l’avvocato Massimo Cerniglia che sta coordinando la class action lanciata da Federconsumatori.
“Invece il titolo è stato venduto a risparmiatori che avevano un profilo di rischio basso e non c’è stata informazione – continua Cerniglia – La banca ha quindi violato l’articolo 21 del Testo Unico Bancario che la obbliga ad informare il cliente sulle caratteristiche dell’investimento che sta facendo. Per questo abbiamo lanciato una class action che chiederà il risarcimento per tutti i risparmiatori che hanno investito dopo il 16 agosto 2009, cioè dopo l’entrata in vigore della legge sulla class action. Per chi ha investito prima di questa data ci saranno azioni individuali. Ci sono, poi, alcuni aspetti penali che andranno verificati perché non è più tollerabile che i consumatori continuino a subire queste situazioni. Dopo tutti i casi che ci sono stati e, soprattutto, dopo l’entrata in vigore della direttiva MiFID”.
In più la maggioranza dell’Assemblea della BPM ha deciso la scadenza anticipata del Convertendo che, quindi, è stato trasformato in un’azione con un valore inferiore a quello di partenza. Con questa azione, in pratica, il danno al consumatore è stato congelato.
“I risparmiatori coinvolti sono circa 15.000; il danno subito è dell’ordine del 75-80% dell’importo dell’investimento, per un danno complessivo che ammonta a 250 milioni di euro”. Molti dei consumatori coinvolti hanno partecipato all’Assemblea indetta ieri a Milano da Federconsumatori, che sta raccolgiendo le adesioni alla class action.