Consumers’Forum: sulle carte di pagamento grava l’incognita ‘costi’
La comodità è di gran lunga il fattore più importante al momento di scegliere una carta di credito o di debito come metodo di pagamento, con preferenza per la carta di credito rispetto a quella di debito. E’ questo uno dei risultati messo in evidenza dalla ricerca “Gli italiani e le carte tra abitudini e aspettative” realizzata da Hall & Partners per Consumers’Forum e presentato oggi nel corso del convegno “Sistemi di pagamento per consumatori consapevoli”. Nel rapporto Consumatori-Carte di pagamento, però, non sono sempre tutte rose e fiori. Dalla ricerca emergono, infatti, anche non pochi timori che i consumatori nutrono: è convinzione comune, ad esempio,che l’attuale sistema sia più caro per il consumatore e il commerciante, con una larga maggioranza di persone che non crede che il sistema sia oneroso per la banca o il fornitore della carta. In effetti, la percezione del consumatore è che le carte di pagamento sono un costo che ricadrà su di lui e che sarà sempre così anche in presenza di un sistema meno oneroso per il commerciante.
Sono questi i fattori che fanno del contante lo strumento preferito dai consumatori? Sì, almeno se prendiamo come punto di riferimento il panel di esperti che ha commentato la ricerca presentata nel corso del convegno di questa mattina. I costi sono l’elemento cardine: “Bisogna cercare di mantenere sempre un equilibro tra tutti gli attori del sistema e che ad una diminuzione dei costi per un attore non si assista ad un aggravio per un altro” ha detto Fabio Picciolini, presidente di Consumers’Forum che ha annunciato l’intenzione dell’associazione di costituire un gruppo di lavoro che monitori costantemente l’andamento del mercato in questo settore, in termini di regole e di costi, così da diventare un interlocutore affidabile e ascoltato dalle istituzioni per una normativa sempre oggettivamente utile per tutti”.
In effetti, quello che sfugge ai consumatori è il costo sociale che deriva dall’utilizzo del contante: “Tra le convinzioni maggiori dei consumatori vi è il fatto che le carte di pagamento hanno un costo che il contante non ha” ha detto Domenico Gammaldi, Banca d’Italia, specificando che “non c’è affermazione più sbagliata. I consumatori tendono a dimenticare facilmente il rischio di furti e danni connessi per non parlare della percentuale, seppur minima, degli interessi che maturano lasciando i soldi sul conto corrente piuttosto che nel portafogli”. Ma, come è noto non è solo un problema di costi. I consumatori percepiscono nell’utilizzo delle carte di pagamento anche un rischio alla sicurezza del proprio patrimonio. Tuttavia anche questa affermazione non ha più ragione di esistere. “La tecnologia è in continuo divenire e i sistemi sono sempre più sicuri” ha aggiunto Gammaldi.
Però, la domanda sorge spontanea, è sempre e solo colpa del consumatore? E’ solo un fattore culturale che vuole il consumatore legato indissolubilmente alla sonante moneta? Basta fare ‘due conti’ per rendersi conto che non è sempre così. Le carte di pagamento nel nostro Paese sono diffuse ma poco utilizzate e il motivo di questo strano paradosso risiede anche (e soprattutto) nel fatto che molti commercianti – soprattutto di fronte a spese di piccola entità – accettano solo ed esclusivamente il pagamento in contanti. Motivo? Le commissioni che devono pagare agli istituti di credito, spesso, superano il loro margine di guadagno. E’ il caso dei benzinai. Come uscire da questa empasse soprattutto in un momento in cui il Governo vuole rendere tracciabili tutti i pagamenti e la tracciabilità passa necessariamente attraverso la diffusione di sistemi di pagamento alternativi?
“La vera scommessa – ha affermato Gianfranco Torriero, Abi – è riuscire ad intercettare i bisogni di tutte le fasce della popolazione e partire da questi per creare il vero cambiamento”. E qual è il bisogno dei cittadini? Secondo Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, “i cittadini vogliono essere informati e allo stesso tempo vogliono avere la certezza che i loro soldi siano al sicuro per questo gli istituti di credito dovrebbero mostrare più disponibilità a velocizzare i rimborsi in caso di clonazione della carta quando c’è la denuncia ad un’autorità pubblica”. Infine ritorniamo sui costi. Giuseppe Vito Forese, Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella consapevolezza che questo sia un fattore imprescindibile ha lanciato la proposta di rendere più confrontabili i costi. Come? “Un indicatore sintetico di costo adattato alle carte di pagamento potrebbe essere la soluzione”. Condividete?
Di Valentina Corvino
Il pagamento tramite carta di credito è ormai un servizio pubblico anche se gestito da privati. Diviene tale nel momento che il legislatore pone come obbligo questa forma di pagamento. Il costo delle operazioni dovrebbe essere calcolato in base ai costi, gestionali con un piccolo ricarico legato all’alea del rischio.
In questo modo si amplierebbe di molto la platea degli utenti fino a far diventare il pagamento elettronico la prima moneta circolante.
Alex