“Assicurare a tutti i cittadini consumatori e utenti il diritto di concorrere con le loro associazioni alla partecipazione politica, economica e sociale al pari delle altre categorie economiche dell’impresa e del lavoro in un quadro di nuove garanzie costituzionali”. Con questa motivazione le associazioni maggiormente presenti sul territorio della regione Lazio (AECI, Assoutenti, Casa del Consumatore, Codici, Konsumer Italia, Primoconsumo) hanno dato vita a “Rete Consumatori Lazio”. L’obiettivo principale che si pone il nuovo soggetto associativo è quello di garantire verso le istituzioni e le rappresentanze delle imprese una adeguata forza rappresentativa degli interessi dei consumatori.

Il cittadino-consumatore, utente”, spiegano le associazioni, “è un soggetto in costante evoluzione che, nelle sue tre dimensioni, ha un interesse oggettivo a riformare dalle fondamenta il sistema politico-istituzionale, economico e sociale”. I cambiamenti intervenuti nell’economia e nella finanzahanno reso ancora più debole il consumatore in particolare per l’asimmetria delle informazioni e delle conoscenze e richiedono un rafforzamento dei diritti fondamentali e il loro ampliamento al diritto di negoziazione dei propri interessi per contrastare un modello economico dissipatorio, scarsamente rispettoso della salute dei consumatori, delle risorse planetarie e dell’ambiente”.

Nell’atto di nascita del nuovo organismo associativo si legge: “Il cambiamento profondo negli stili e nelle condizioni di vita hanno portato a una società completamente diversa da quelle in cui i sistemi di welfare erano stati originariamente progettati”. L’innalzamento dell’età media e della speranza di vita, la diminuzione delle nascite, l’uscita delle donne dalla famiglia verso il lavoro remunerato e, contestualmente, i mutamenti nei modi di produzione, con l’espansione dei servizi e la riduzione del settore industriale tradizionale, la crescente volatilità della formazione ricevuta e delle competenze acquisite, rendono i sistemi di welfare tramandati sempre meno sostenibili, sia riguardo alla loro legittimazione, sia riguardo al loro finanziamento. “L’utente dei servizi pubblici, alla percezione dell’inadeguatezza rispetto alle nuove esigenze e dei costi crescenti, aggiunge il disincanto rispetto al loro funzionamento concreto, che viene sacrificato trasformando i patti di solidarietà in accordi di collusione neocorporativa a volte sfruttati dalle burocrazie preposte ai servizi, che intercettano una quota non trascurabile delle risorse (sempre più scarse) disponibili”.


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