Consiglio europeo: Eurobond sul tavolo
Il vertice europeo tra i capi di Stato e di Governo di ieri ha segnalato la fine dell’asse franco-tedesco sull’austerità a tutti i costi. Il nuovo Presidente francese ha portato sul tavolo della discussione gli Eurobond e altri strumenti o per rilanciare la crescita in Europa. Il prossimo appuntamento è fissato per fine giugno ancora a Bruxelles. L’Europa parla dunque di Eurobond, le obbligazioni comuni della zona Euro. Da sempre tabù in sede di Consiglio europeo (istituzione Ue che rappresenta gli interessi dei Paesi membri) la proposta finisce sul tavolo dei leader europei grazie al nuovo Presidente francese François Hollande. “Nessuna proposizione deve essere eliminate per principio. Gli Eurobond fanno parte della discussione. Farò in modo affinché per la fine di giugno (vertice europeo, ndr) sia presa una decisione”.
Resta ferma l’opposizione tedesca. La Germania è da sempre contraria all’emissione di obbligazioni comuni sostanzialmente per due motivi: prima di tutto questo renderebbe comune il debito sovrano dei Paesi della zona Euro (quindi non si potrebbe parlare più di debito greco, spagnolo, ecc ma di debito europeo); in secondo luogo perché queste obbligazioni, dal punto di vista tedesco, minerebbe la filosofia di auto austerità indispensabile al mantenimento sotto controllo dei bilanci nazionali da parte dei rispettivi governi. Per questo motivo la Germania, sia con qualche difficoltà, ha approvato nei mesi scorsi i due bailout (110 e 130 miliardi di euro) ad Atene ma si oppone a condividerne il debito.
Cosa sono gli Eurobond? Si tratta di obbligazioni (non ancora esistenti) del debito pubblico dei Paesi facenti parte dell’eurozona da emettersi a cura di un’apposita agenzia dell’Unione europea, la cui solvibilità sia garantita congiuntamente dagli stessi Paesi dell’eurozona. La Commissione europea nel suo libro verde del 23 novembre 2011, aveva proposto tre possibili modelli di Eurobond: completi con responsabilità solidale (sostituzione completa dell’emissione di titoli nazionali con ciascun stato membro illimitatamente e solidalmente responsabile per l’intera emissione), parziali con responsabilità solidale (condividerebbe solo una parte dei debiti anche stavolta garantiti da tutti. Questo significa che gli Stati continuerebbero a emettere titoli nazionali per coprire la quota del loro debito al di là di una certa percentuale del PIL non coperta dagli eurobond) e parziali senza garanzie solidali (gli eurobond coprono solo parzialmente il debito ma senza responsabilità congiunta. Questo potrebbe imporre condizioni di restrittive per l’accesso di un gruppo più piccolo di paesi alla condivisione di parte del debito e potrebbe permettere l’estromissione di paesi che non soddisfano i loro obblighi fiscali).
L’Italia dalla parte della Francia a favore degli Eurobond. Il Premier italiano Mari Monti, che ha incontrato privatamente François Hollande prima del summit, ha detto che “ci vorrebbe una maggiore consapevolezza da parte di alcuni partner della complessità della crisi”. “Ma soprattutto ci vorrebbe un pacchetto rilevante di misure per la crescita che avrebbe anche effetti positivi anche per tranquillizzare i mercati. Invece i tempi appaiono più lunghi”. Prima della riunione Monti aveva confermato che “oggi non si prenderanno decisioni” anche se si tratta di “una riunione molto probabilmente più importante di tante altre perché è come una pagina aperta”.
Lottare contro la crisi nel breve e nel luongo termine. Se gli Eurobond – dei quali si è solamente iniziato a parlare – rappresentano una soluzione per rilanciare la crescita nel lungo termine, i leader europei hanno parlato anche delle misure da prendere nel breve periodo. Tra queste i project bond, fondi strutturali e rafforzare il ruolo della Banca Europea per gli Investimenti.
“Vogliamo che la Grecia rimanga nell’Eurozona”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Roompuy al termine della riunione. Questa volta al summit si è parlato poco di Grecia ma i leader europei sono sembrati tutti d’accordo: Grecia dentro l’Euro ma deve rispettare gli impegni. Van Rompuy ha infine espresso l’auspicio che al voto del prossimo 17 giugno il nuovo governo “faccia la scelta di un futuro più prospero all’interno dell’area euro”.
di Alessio Pisanò
Volontà di soluzioni zero. Fumo negli occhi tanto!
…ma invece di tutte queste gran “filosofie finanziarie” che sostanzialmente si riducono alla teoria della “mano divina” secondo i giudei Smith e Ricardo, teoria che ha dimostrato di non risolvere nulla, anzi di peggiorare le condizioni economiche reali del mondo, sarebbe sufficiente tassare dell’uno per mille (1%°) tutte le transazioni finanziarie nazionali, se poi si ricorresse all’uno per cento (1%) si otterrebbe un surplus inimmaginabile. Solo l’ingordigia dell’oligarchia al governo e nel Paese, e di comunisti vari, ambedue mascherati di perbenismo si oppongono perché sanno che perderebbero il loro potere di comando sulle moltitudini. Risolti tutti i problemi.
Siccome così non è: “BENVENUTI NEL PAESE DEI SOVIET BANCARI”!
E’ invece interessante l’idea del nuovo sindaco di immettere soltanto nel suo comune qualcosa di simile agli antichi miniassegni bancari di qualche tempo addietro. Come altrettanto valido è creare una doppia moneta circolante, una interna allo Stato, l’altra per la CE.
kiriosomega