La sostenibilità delle città passa dalla mobilità condivisa. Carsharing, bikesharing, carpooling e app dedicate stanno crescendo nelle aree urbane d’Italia. In cinque anni il carsharing ha quintuplicato l’offerta di automobili, che conta oggi quasi 8 mila auto in 35 città, anche se i servizi si concentrano in poche grandi aree urbane, Milano su tutte. Si contano circa 40 mila biciclette in carsharing in 265 comuni. E aumenta il numero di veicoli a emissioni zero: è elettrico il 27% degli scooter e delle auto condivise che circolano nelle città. Questa l’Italia della mobilità condivisa restituita dal Rapporto nazionale sulla sharing mobility.

Il Rapporto è stato presentato oggi a Roma durante la seconda Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, organizzata dall’ Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility (nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e composto da 80 membri fra cui tutti gli operatori di sharing), in partnership con Deloitte e Gruppo FSI, che si è svolta oggi nella Stazione Termini. In Italia continua la crescita dei servizi di mobilità condivisa. Quelli che nell’ultimo anno segnano la maggiore diffusione sono il bikesharing, il carsharing, ma anche il carpooling, lo scootersharing e il bus sharing, oltre alle nuove App, che in un’unica piattaforma permettono di prenotare e acquistare tutta la sharing mobility a disposizione nelle città italiane. I numeri dell’Osservatorio dicono che si contano circa 40 mila biciclette offerte in bikesharing in 265 Comuni, circa 8.000 auto in carsharing per 1.077.589 utenti, nelle due formule free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e station-based (si preleva e lascia in appositi spazi) e a circa 2,5 milioni di utenti per il carpooling extraurbano. Nel triennio 2015-2017 i principali servizi di mobilità condivisa sono aumentati del 50%. Dal punto di vista territoriale, le regioni del sud hanno fatto registrare una crescita più forte della mobilità condivisa con un più 57% nel triennio e Milano si conferma il fiore all’ occhiello in Italia per sharing mobility.

“La mobilità condivisa – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è uno dei comparti trainanti di quella rivoluzione della sostenibilità dei trasporti urbani che è essenziale per assicurare standard qualità dell’ambiente e della vita nelle città. Condividere mezzi, tragitti, viaggi, spostamenti casa-lavoro è u modo concreto e anche “sociale” per aiutare le città ad essere più a misura di essere umano. Il ministero in questi anni ha finanziato progetti di 573 interventi per 625 milioni in favore di 169 enti locali  in materia di mobilità sostenibile e nell’ultimo anno ha promosso e finanziato oltre 80 progetti per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola presentati dai comuni italiani. E’ questa la direzione giusta per un’Italia migliore e più green.”

“La mobilità passeggeri –ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile- è eminentemente un fenomeno urbano, e gran parte degli spostamenti avviene in città. Questo significa anche che gli impatti negativi della mobilità si riscontrano nelle nostre città, dove vi è il maggior numero di persone esposte. È però proprio in città che ci sono le maggiori opportunità perché il modello di mobilità individuale venga messo in discussione da quello basato sui servizi condivisi e pubblici. Perché ciò accada serve che la mobilità condivisa conquisti spazio e lo tolga all’uso dell’auto privata”.

Il capitolo carsharing dice che nel 2017 è stato superato il milione di iscritti, con 7.679 veicoli e 35 città interessate. Nel 2016 sono stati fatti complessivamente circa 8 milioni di noleggi con una percorrenza complessiva di 62 milioni di veicoli km. Il numero di veicoli condivisi globalmente in Italia tra il 2013 e il 2017 è quintuplicato, mentre il numero degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di diciotto e trentasette volte. Spiegano dall’Osservatorio: “La diffusione dei due operatori storici (car2go e Enjoy) si stabilizza ma con l’ingresso a Milano di uno dei più grandi operatori a livello mondiale (DriveNow) e l’aumento della diffusione delle auto elettriche condivise (grazie a Sharen’Go, E-Vai e Blue-Torino) il Carsharing italiano ha innestato un’altra marcia, anche dal punto di vista della riduzione delle emissioni. Non solo persone, ma anche cose. Dal 20 marzo il vehicle sharing di Eni, è partito, primo nel mondo, con un nuovo servizio sperimentale dedicato al trasporto condiviso di “cose”, in partnership commerciale con Fiat, che vedrà circolare 50 Doblò Cargo rossi inizialmente nelle città di Milano, Roma e Torino sia a benzina, sia  bi-fuel (benzina e metano). Nota dolente: purtroppo i servizi di carsharing in Italia sono ancora concentrati per la maggior parte in poche aree urbane”. Questi servizi si concentrano infatti nelle grandi città, Milano su tutte. Dei quali 8 mila veicoli in carsharing, il 43% è infatti al servizio della sola città di Milano, seguita da Roma con il 24% dei veicoli, Torino con 15% dei veicoli e Firenze con l’8%.

I servizi di carpooling, che permettono di condividere con altre persone uno spostamento in auto, vedono la crescita dell’uso su media e lunga distanza offerto da BlaBla Car, che ha raggiunto nel 2017 2,5 milioni di iscritti in Italia. La novità è rappresentata dagli spostamenti casa-lavoro e da altri spostamenti urbani, con i servizi di numerosi operatori: Clacsoon, Zego, Moovit, Scooterino,  Jojob,  UP2GO e Bepooler, che registrano gli iscritti in forte crescita nel triennio 2015-2017, passando dai 72 mila circa del 2015 ai 265 mila registrati alla fine dello scorso anno (con una crescita del 350%). Una novità dell’ultimo anno è poi la diffusione dello scootersharing elettrico, attraverso gli operatori Ecooltra e Mimoto, che hanno iniziato il servizio nel 2017 a Roma e Milano.

Sul versante delle due bici, in Italia nell’ultimo anno il bikesharing è cresciuto del 147%. Spiegano dall’Osservatorio: “L’Italia con 265 comuni ed altri enti territoriali in cui è attivo il bikesharing e 39.500 bici condivise, è il paese europeo in cui la diffusione, in termini di numero di servizi attivi, è più alta. La grande novità dell’ultimo anno nei servizi di bikesharing è l’avvento anche in Italia del bikesharing “free floating”, realizzato dai grandi operatori a livello mondiale come Mobike, Ofo e Obike che negli ultimi mesi hanno attivato il servizio in alcune medio-grandi città del centro-nord (tra cui Milano, Firenze, Roma e Torino) con 22.800 biciclette condivise”. Ancora una volta, si tratta di servizi concentrati nelle grandi città. Più di due terzi del totale delle biciclette in condivisione circola sulle strade di sole quattro città: Milano (44%), Torino (13%), Firenze (8%), Roma (5%).


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