Burocrazia e giustizia, Confcommercio: Italia ultimo posto in UE
L’economia italiana è frenata da burocrazia, malfunzionamento della giustizia, ritardi nei pagamenti e tangenti. E’ quanto emerge dalla relazione sulle determinanti dell’economia sommersa realizzata da Confcommercio. “Il nostro Paese soffre in maniera accentuata di eccessiva burocrazia – si legge nel rapporto -. In Italia la percezione di come lo Stato risponde ai cittadini-imprese è rimasta sostanzialmente invariata nell’ultimo decennio”. Secondo l’analisi della Confcommercio, l’Italia mostra il più basso livello di efficienza del sistema giudiziario tra i Paesi considerati, situazione che non ha registrato negli anni grandi cambiamenti. Nella graduatoria 2010, l’Italia occupa l’ultimo posto su 26 paesi, preceduta da Grecia, Slovacchia, Slovenia e Messico, segnalando un peggioramento di una posizione rispetto al 2000.
L’Italia, inoltre, si distingue per la diffusione di pagamenti irregolari e di tangenti e occupa nella graduatoria del 2010 il venticinquesimo posto, prima della Slovacchia. Al contrario, i Paesi del Nord Europa, dove la corruzione è ritenuta quasi inesistente, occupano i primi posti della classifica. Anche per il tempo di attesa per una sentenza di fallimento o di insolvenza, l’Italia, pur non posizionandosi agli ultimi posti, registra nel 2010 un valore molto elevato, pari a circa due anni e in sensibile peggioramento rispetto al 2000 quando il tempo di attesa era pari ad un anno.
Sul fronte dei servizi pubblici resi ai cittadini l’Italia registra risultati tutt’altro che brillanti, in particolare per la scarsa qualità ed efficienza delle istituzioni e delle infrastrutture. Nel campo dell’istruzione, ad una percezione abbastanza positiva della qualità della scuola primaria, fa riscontro una minore performance del sistema educativo superiore, anche a causa della scarsa diffusione del web all’interno delle scuole. Solo sul versante della sanità si registra un risultato positivo.
Sulle infrastrutture, l’Italia perde 3 posti in 10 anni nella classifica sulla qualita’ delle infrastrutture che comprende 26 Paesi europei ed extra-europei. Nel rapporto si legge che la qualita’ complessiva delle infrastrutture (strade, ferrovie, porti e trasporto aereo) l’Italia, nel 2010, e’ all’ultimo posto nella graduatoria, ben lontana sia da Francia e Germania (che si posizionano, rispettivamente al primo e al quinto posto), che da Paesi quali Spagna, Grecia o Irlanda. Questo distacco non sembra diminuire nel corso degli anni. Al contrario, si e’ manifestato un progressivo peggioramento, con una crescente divaricazione tra la situazione italiana e quella dei principali Paesi, rispetto al 2000 il nostro Paese ha perso tre posizioni.
Per il Codacons questi dati dimostrano che Monti è molto bravo a tassare, ma molto meno a riformare, come aveva già dimostrato con il dl cresci Italia, un fallimento totale sul fronte delle liberalizzazioni. Perché ad esempio il dl sulla corruzione giace al Senato ed il Governo non ha ancora posto la fiducia? Perché sull’università il Governo è stato solo capace di tartassare i fuoricorso e non ha fatto nulla sul sistema delle nomine dei rettori o sull’anacronistico numero chiuso e gli assurdi test di ammissione, sui quali è in corso una class action del Codacons? Per l’associazione di consumatori della tanto sbandierata spending review non si è mai vista traccia, dato che la revisione della spesa non vuol dire certo dare buoni pasto da fame o aumentare le addizionali regionali. Inoltre ci si interroga su cosa abbia finora partorito Amato e che fine abbiano fatto le migliaia di proposte mandate via email dai cittadini.
Il Codacons invita Monti a porre la fiducia sulle seguenti proposte:
1) dl anticorruzione fermo in Senato;
2) abolizione della legge mancia, che, nella migliore delle ipotesi, è un affronto al federalismo e al principio di sussidiarietà;
3) eliminazione del gettone di presenza per i consiglieri comunali dei comuni sotto i 5000 abitanti;
4) eliminazione delle Comunità montane;
5) tetto alle consulenze d’oro;
6) eliminazione dei consigli di amministrazione delle partecipate degli enti locali; non basta, infatti, dare una sforbiciata ai loro Cda, ma occorre che, almeno per le società non quotate in borsa, i consigli di amministrazione siano sostituiti da un amministratore unico;
7) taglio serio alle indennità parlamentari, agli stipendi e alle liquidazioni dei super manager pubblici, alle auto blu…