Abbigliamento, gioielli, occhiali, ma anche prodotti alimentari e giocattoli. Senza dimenticare musica, video, videogiochi, farmaci e prodotti parafarmaceutici. C’è un po’ di tutto nell’elenco dei prodotti contraffatti che i consumatori acquistano. Quanti lo fanno? Nel 2016 circa il 27% dei consumatori ha acquistato almeno una volta prodotti illegali o usato servizi offerti da soggetti non autorizzati. E anche se sono consapevoli dei rischi, specialmente quando si comprano farmaci e cibo, in molti sembrano disposti a correre il pericolo. A evidenziarlo è un’indagine Confcommercio-Format Research realizzata in occasione della Giornata nazionale sulla legalità che la sigla organizza per domani.

Abbigliamento (+2,1%) e audiovisivi, videogiochi, musica (oltre il +2%) svettano nella lista degli acquisti contraffatti, ma tra i settori più colpiti ci sono anche i gioielli e i generi alimentari. Cresce anche l’acquisto illegale sul web, dai farmaci all’elettronica. L’abbigliamento è il settore più colpito in assoluto: i consumatori che acquistavano illegalmente nel 2015 erano il 57,9%, oggi sono il 60% (+2,1%). Cresce anche l’acquisto illegale di audiovisivi, musica e videogiochi (dal 13,1% del 2015 al 15,2%), e si espande l’acquisto illegale sul web.

Il 72% circa dei consumatori pensa che acquistare prodotti illegali sia “normale” o “utile” per chi è in difficoltà. Quali le ragioni di questa scelta? Si comprano prodotti illegali in prevalenza “…perché si pensa di fare un buon affare risparmiando” (lo dice il 73,3% dell’intero campione degli intervistati, contro il 70% del 2015) o  “…perché non si hanno i soldi per acquistare i prodotti legali” (lo dichiara il 73,2% contro il 72,1% del 2015).  Naturalmente i rischi ci sono e i consumatori lo sanno. Farmaci e prodotti alimentari sono, per l’80% dei consumatori, gli acquisti considerati più pericolosi dal punto di vista della salute e la consapevolezza del rischio sale al 96% per quanto riguarda l’acquisto illegale sul web. “Un contrasto evidente con il 27% dei consumatori che, nonostante i rischi, nel 2016 ha acquistato prodotti o servizi venduti illegalmente”, sottolineano i ricercatori.


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