differenziata

Obiettivo: superare il 65% di raccolta differenziata. Quest’anno ce l’hanno fatta 1123 comuni che si sono aggiudicati l’appellativo di ‘ricicloni’. In cima al podio della classifica stilata da Legambiente, per il quinto anno consecutivo, c’è Ponte nelle Alpi, Belluno, con l’87,7% di differenziata. In 365 hanno, invece, superato il 60%. Per Roma è ‘emergenza pattume’, mentre al Nord, Milano è stabile attorno al 34 % e nell’autunno 2012 avvierà la raccolta dell’organico da cucina in alcuni quartieri. Al Sud si mantiene alta Salerno con il 68% di raccolta differenziata. Torino – che non entra nella graduatoria dei comuni ricicloni – supera in media il 40% di raccolta grazie al solo risultato della raccolta porta a porta in alcuni quartieri, mentre nel resto della città la percentuale è ferma sotto il 30% circa.Sempre al palo Roma che dopo l’esaurimento della discarica di Malagrotta è scandalosamente in “emergenza pattume”. Comunque, in generale, è il Nord (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte) a posizionarsi tra le top 5, con alcune variazioni interessanti come il Trentino che sale del 2,7%. Novità della Toscana con l’introduzione di un sistema di raccolta porta a porta in alcuni comuni delle province di Firenze e Pistoia. Tra le altre Regioni a segnare decisi cambi di tendenza si distinguono le Marche con un segno positivo pari a 6,13% e la Sardegna con il segno negativo del 6,35%.
Dai dati raccolti si riscontra rispetto all’anno precedente un calo della produzione dei rifiuti del 4,4%. “Segno evidente di crisi – commenta Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – di “decrescita infelice”. Ma anche frutto delle iniziative volte al contenimento della produzione dei rifiuti intraprese da progettisti, produttori, comuni virtuosi, cittadini attenti al valore d’uso delle cose che si comprano e si gettano. Insomma dalla crisi usciremo diversi da come siamo entrati. Sono passati circa 30 anni da quando si sono varate in Italia le fondamenta giuridiche e industriali del settore rifiuti e già tutto cambia. Allora si regolamentavano discariche e inceneritori. Oggi nella “green economy” del riciclaggio operano migliaia di aziende nuove o rinnovate, decine di migliaia di occupati, servizi, imprese sociali e attività di ricerca: in tutto 5mila imprese e 150mila occupati, secondo in Europa solo alla Germania. Non si parla più solo di settore rifiuti, ma di una parte importante del settore manifatturiero e dei servizi in generale, per l’attivazione del quale il ruolo dei consorzi è stato fondamentale”.
Il dossier Comuni Ricicloni 2012 restituisce un’Italia a due velocità. “La pattuglietta di pionieri dei primi anni della ricerca ora è diventata un pattuglione che tira la volata – osserva Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente – ma un migliaio di comuni è fermo all’anno zero. L’aspetto significativo è che il gruppo intermedio, in fase di transizione verso l’efficienza, in tempi brevi riesce a raggiungere il vertice. Un esempio sono i quartieri di Torino dove è partito il porta a porta e che già sono oltre il 60%, le recenti sperimentazioni di Napoli, il riavvio a Milano dell’organico”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)