Commissione UE retrocede Italia per debito pubblico eccessivo
“L’Italia deve contrastare un debito pubblico molto elevato e una competitività esterna debole: entrambi aspetti ascrivibili al protrarsi di una crescita deludente della produttività che richiedono un intervento urgente e risoluto per ridurre il rischio di effetti negativi per l’economia italiana e per la zona euro”. E’ il verdetto che arriva oggi dalla Commissione Europea che ha pubblicato le conclusioni scaturite dagli esami approfonditi relativi alle economie di 17 Stati membri.
Bruxelles quindi considera l’Italia un paese con “squilibri macro-economici eccessivi”, e non più “con semplici squilibri macroeconomici”. Insieme a noi ci sono soltanto Croazia e Slovenia, mentre la Spagna ha fatto passi avanti. Grecia, Portogallo, Cipro e Romania, in quanto paesi sotto programma di aiuti, non sono stati presi in considerazione dall’analisi della Commissione Europea.
La limitata produttività del lavoro è ritenuta una delle cause principali dell’alto debito pubblico e della scarsa competitività dell’Italia. Ma c’è anche un giudizio abbastanza chiaro sugli aggiustamenti strutturali previsti dalla manovra 2014: sono insufficienti.
Per ridurre il debito pubblico l’Italia ha bisogno di “surplus primari molto alti, e al di sopra dei livelli storici”, e “di una crescita robusta del Pil per un periodo prolungato”. La sfida quindi è molto difficile, nonostante “nel 2013 l’Italia abbia fatto progressi verso il raggiungimento dell’obiettivo di medio termine”.
Il nostro Paese finirà sotto stretto monitoraggio della Commissione che farà frequenti rapporti all’Eurogruppo: se non dovesse prendere “misure adeguate” e mancasse “ripetutamente” l’impegno a definire un piano di correzione “sufficiente” rischierebbe una sanzione finanziaria fino allo 0,1% del Pil (circa 1,5 miliardi di euro).
Per quanto riguarda il resto dell’Europa la ripresa economica sta prendendo piede, ma è ancora ostacolata da diverse sfide. Gli squilibri che si sono accumulati per oltre un decennio richiederanno un’azione politica costante per fare in modo che l’Europa ritorni a registrare tassi di crescita più forti e al contempo sostenibili, e che sia in grado di ridurre la disoccupazione in maniera costante. Una serie di squilibri è comune a diversi Stati membri.
Le sfide però sono tante: un cospicuo indebitamento estero di alcune economie, una domanda interna debole, scarsa competitività e alto tasso di disoccupazione, che ha raggiunto livelli inaccettabili in molte parti d’Europa.