La Commissione europea vuole una riforma del sistema dell’IVA con l’obiettivo di renderlo più semplice, più a prova di frode – le sole frodi transfrontaliere rappresentano una perdita di gettito IVA pari a circa 50 miliardi di euro l’anno – e in linea con le sfide di un’economia digitale, globale e mobile. Per questo ha presentato oggi un piano d’azione con i principi di un futuro spazio unico europeo dell’IVA in grado di contrastare le frodi, sostenere le imprese, aiutare il commercio elettronico.
Le attuali norme IVA devono essere aggiornate con urgenza per sostenere al meglio il mercato unico, facilitare gli scambi transfrontalieri e stare al passo con l’economia odierna, che è digitale e mobile”, dice la Commissione, ricordando che la differenza  tra le entrate IVA previste e quelle effettivamente riscosse negli Stati europei nel 2013 ammontava a circa 170 miliardi di euro. Il piano d’azione delinea un percorso per modernizzare le attuali norme IVA dell’UE, che comprende fra l’altro i principi fondamentali per un futuro sistema unico dell’IVA a livello europeo, misure a breve per contrastare le frodi, progetti per semplificare le norme in materia di commercio elettronico.
La Commissione parte dalla necessità di aggiornare il sistema per stare al passo con l’economia moderna. Nel 2017 vuole dunque presentare una proposta per norme definitive riguardanti uno spazio unico europeo dell’IVA. “In base alle nuove norme, – spiegano da Bruxelles – le transazioni transfrontaliere continuerebbero ad essere tassate in base alle aliquote dello Stato membro di destinazione (“principio della destinazione”), come avviene attualmente, ma la riscossione delle imposte cambierebbe gradualmente avvicinandosi a un sistema più a prova di frode. Allo stesso tempo, entrerebbe in funzione un portale web unionale che garantirebbe un sistema più semplice di riscossione dell’IVA per le imprese e un sistema più solido di raccolta delle entrate per gli Stati membri”.
Il piano prevede una serie di misure per combattere le frodi – un sistema diverso, si stima, potrebbe ridurre le frodi transfrontaliere di circa 40 miliardi di euro l’anno. La Commissione proporrà dunque misure per rafforzare gli attuali strumenti utilizzati dagli Stati per lo scambio di informazioni in materia di frodi dell’IVA, meccanismi di frode e buone pratiche.  Viene poi prevista una maggiore autonomia per gli Stati nella scelta delle aliquote. Verranno proposte due opzioni: “la prima manterrebbe l’aliquota normale minima del 15%, riesaminando regolarmente l’elenco dei beni e dei servizi che possono beneficiare di aliquote ridotte sulla base delle informazioni fornite dagli Stati membri. La seconda opzione – spiega la Commissione europea – eliminerebbe l’elenco dei beni e dei servizi che possono beneficiare di aliquote ridotte. In tal caso, però, sarebbero necessarie misure di salvaguardia per prevenire le frodi ed evitare la concorrenza fiscale sleale all’interno del mercato unico; inoltre, potrebbero aumentare i costi di conformità per le imprese. In entrambi i casi, verrebbero mantenute l’aliquota zero e le aliquote ridotte attualmente applicabili”.
Fra gli elementi chiave della riforma c’è poi il sostegno alle piccole e medie imprese e al commercio elettronico. Su questo versante, la Commissione presenterà entro la fine del 2016 una proposta legislativa per modernizzare e semplificare l’IVA nell’ambito del commercio elettronico transfrontaliero nel quadro della strategia per il mercato unico digitale, che comprenderà una proposta per garantire che le pubblicazioni online possano beneficiare delle aliquote ridotte applicabili alle pubblicazioni cartacee.
Ha detto Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane: “L’IVA è un’importante fonte di entrate fiscali per gli Stati membri dell’UE. Eppure il divario dell’IVA ha assunto proporzioni sconcertanti: la differenza fra il gettito IVA riscosso e quello previsto è di 170 miliardi di euro. Si tratta di un enorme spreco di risorse che potrebbero essere investite per la crescita e l’occupazione. È ora di riappropriarsi di queste risorse. Vorremmo inoltre offrire agli Stati membri maggior autonomia per la definizione delle aliquote IVA ridotte. Il nostro piano d’azione permetterà di ottenere risultati su tutta la linea.”


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