Un pacchetto di misure per la mobilità pulita che si orienta su due direzioni: far sì che l’industria automobilistica investa nelle tecnologie pulite, in modo da non perdere posizioni nella gara mondiale della produzione di auto pulite, e ridurre le emissioni di CO2. Di quanto? Del 30% nel 2030 rispetto al 2021. Sono i due cardini delle proposte sulla mobilità presentate ieri dalla Commissione europea.

Bruxelles propone nuovi obiettivi per le emissioni medie di CO 2 del nuovo parco autovetture e veicoli leggeri dell’UE al fine di accelerare la transizione ai veicoli a basse e a zero emissioni. “La Commissione – informa una nota stampa –  ha compiuto un decisivo passo in avanti nell’attuazione degli impegni presi dall’UE nell’ambito dell’accordo di Parigi per una riduzione vincolante delle emissioni di CO2 di almeno il 40% da qui al 2030 nell’UE”. Con l’accordo di Parigi la comunità internazionale si è impegnata a procedere verso un’economia a basse emissioni di carbonio, mentre l’industria automobilistica attraversa una fase di profonda trasformazione. Nella Ue la vendita di auto nuovo è diminuita. Di conseguenza, per mantenere la quota di mercato e accelerare il passaggio a veicoli a basse e zero emissioni, sono state proposti nuovi obiettivi per le emissioni  medie di CO2 del nuovo parco autovetture e veicoli leggeri dell’UE, che saranno rispettivamente applicabili dal 2025 e dal 2030. Sia per le auto che per i veicoli leggeri nuovi, nel 2030 le emissioni medie di CO2 dovranno essere inferiori del 30% rispetto al 2021.

Sostiene il Vicepresidente Maroš Šefčovič, responsabile per l’Unione dell’energia: “Siamo entrati in un’epoca di trasformazione economica ecologica. L’insieme delle proposte di oggi (ieri, ndr) definisce le condizioni che permetteranno ai produttori europei di condurre la transizione energetica mondiale anziché seguire gli altri. Li spronerà a fabbricare i veicoli migliori, più puliti e più competitivi riguadagnando così la fiducia dei consumatori. Si tratta di un importante passo nella giusta direzione: un’economia europea moderna e sostenibile, con aria più pulita nelle nostre città e una migliore integrazione delle risorse rinnovabili nei sistemi energetici di oggi e di domani.”

“La gara mondiale per lo sviluppo di auto pulite è stata avviata e non si può fermare. L’Europa deve però mettersi al passo se vuole condurre e guidare questo cambiamento globale”, ha aggiunto il Commissario responsabile per l’azione per il clima e l’energia, Miguel Arias Cañete. Mentre Violeta Bulc, Commissaria per i Trasporti, commenta: “La Commissione interviene in maniera decisiva per rispondere a una sfida sempre più importante: riconciliare le esigenze di mobilità degli europei con la protezione della loro salute e del nostro pianeta. Tutti gli aspetti di questa sfida sono presi in considerazione: promuoviamo veicoli più puliti, rendiamo l’energia da fonti alternative più accessibile e ottimizziamo i nostri sistemi di trasporto. Ciò permetterà all’Europa e agli europei di muoversi in maniera più ecologica.”

Si tratta di misure che suscitano critiche da parte di Greenpeace. Per l’associazione, il pacchetto di misure sui trasporti della Commissione europea manca di “una visione ambiziosa del futuro, fondata necessariamente su una mobilità alimentata da fonti rinnovabili e condivisa”. Sostiene Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia: “Le misure previste dalla Commissione sono figlie di un’ossessione vecchia per l’autovettura con motore a combustione interna come mezzo principe per il trasporto dei passeggeri. I governi di molte città in Europa sono già anni luce avanti, e stanno denunciando le pressioni delle lobby dell’auto sulla Commissione. Solo con meno auto sulle nostre strade, un impegno fermo per alimentarle con fonti rinnovabili e maggiore accesso a modelli di trasporto intelligenti e condivisi l’Europa potrà centrare i suoi obiettivi sul clima e migliorare l’aria che respirano i suoi cittadini”.


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