
Come fare per… ridurre lo spreco di cibo (e risparmiare qualcosa) (fonte foto: pexels-ella-olsson)
Come fare per… ridurre lo spreco di cibo (e risparmiare qualcosa)
Lo spreco di cibo… è sempre quello degli altri. Nel tempo è cresciuta la consapevolezza generale del fenomeno, ma il singolo consumatore sa quanto spreca? E soprattutto, come può fare per ridurre lo spreco di cibo? Dal CTCU arriva qualche consiglio antispreco e per una spesa più accorta
Lo spreco di cibo… è sempre quello degli altri. Perché ogni singolo consumatore è convinto che no, a lui/lei succede raramente di gettare via cibo commestibile (o almeno così crede). Sicuri che sia così?
Nel tempo è cresciuta la consapevolezza delle dimensioni dello spreco alimentare e soprattutto di quanto sia insostenibile, e anche scarsamente sopportabile, l’idea che il cibo venga perso già in fase di produzione e venga sprecato in quella del consumo finendo nella spazzatura senza essere neanche consumato.
Nella Giornata internazionale contro lo spreco alimentare, le Nazioni Unite stimano che dopo il raccolto e prima ancora che i prodotti raggiungano il mercato, dunque già in fase di stoccaggio, trasporto e lavorazione, venga sprecato circa il 14% del cibo prodotto al mondo. Si aggiunge un altro 17% della produzione mondiale di cibo che viene sprecato in famiglia e nella ristorazione fuori casa. Bisogna agire ora per ridurre la perdita e lo spreco di cibo. Ma come agire a livello familiare, quindi a partire dalle nostre case?
Fra l’altro, evidenzia il Centro Tutela Consumatori Utenti, l’appello delle Nazioni Unite arriva in un contesto in cui di fronte all’inflazione generale molti si chiedono se sia necessario stringere la cinghia e se una dieta varia ed equilibrata sia ancora accessibile, considerati i costi crescenti del carrello della spesa. Eppure il potenziale di risparmio in casa c’è. Risparmio di cibo e risparmio di denaro, pur in un contesto in cui tutto gioca contro il singolo consumatore che deve far quadrare i conti.
E quando si parla di spreco, facile è prevedere che sia sempre quello degli altri. Davvero siamo in grado di stimare quanto cibo perfettamente commestibile buttiamo nella spazzatura? E soprattutto, ammesso che ne siamo consapevoli, cosa si può fare concretamente per ridurre lo spreco di cibo?
Ecco dunque che qualche indicazione utile viene dal CTCU come pure… dal buon senso.
«Chi riesce a ottimizzare le proprie abitudini alimentari, di acquisto e in cucina può ricavare un potenziale risparmio e senza dover rinunciare alla qualità del cibo», sostiene Silke Raffeiner, esperta nutrizionista presso il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU). Così facendo si possono ottenere anche benefici per la propria salute e un minore inquinamento ambientale.
Fare la spesa su misura. Serve una lista
Da dove si parte per prevenire lo spreco di cibo ed evitare lo spreco di denaro, risparmiando qualcosa? Intanto dal fare la spesa su misura. Comprare generi alimentari in base alle proprie necessità. Semplicemente, prima di andare a fare la spesa, bisogna dare un’occhiata al frigorifero e alla dispensa e fare la lista della spesa segnando solo il cibo di cui si ha davvero bisogno.
No allo shopping d’impulso
A questo si aggiunge un “giusto” comportamento nei punti vendita. «Non rimanete al supermercato più del necessario, attenetevi alla vostra lista della spesa ed evitate gli acquisti d’impulso – consiglia il CTCU – Ignorate le offerte speciali, a meno che non abbiate davvero bisogno del prodotto nella quantità offerta».
Al supermercato ci sono poi ulteriori “trucchi” da seguire per evitare di cadere vittima dell’acquisto impulsivo. Solo per ricordarne qualcuno: fare attenzione ai prezzi al kg e ai prezzi con i decimali, come il .99. Fare la spesa a stomaco pieno (perché quando si ha fame si cede di più alle tentazioni). E fare la spesa da soli, senza portarsi dietro tutta la famiglia – perché per un familiare che schiva una tentazione, ci sarà sempre un altro che cede al dolcetto fuori lista o all’occasione ghiotta che non era nella lista degli acquisti.

Contro lo spreco di cibo, organizzare meglio il frigo
Dopo aver fatto la spesa, è importante riporre subito in frigorifero o nel congelatore gli alimenti refrigerati o congelati, in quanto facilmente deperibili. Nel frigo e nella dispensa i prodotti con una durata di conservazione più breve vanno collocati davanti, in modo da venire consumati per primi.
Consumare il cibo invece di sprecarlo significa anche conoscere la scadenza. E saper distinguere fra i cibi con data di scadenza certa, indicata con “da consumarsi entro”, che vanno consumati sempre prima di questa data; e gli alimenti “da consumarsi preferibilmente entro”, che se non aperti e conservati correttamente, sono ancora commestibili dopo la data di scadenza indicata. In linea di massima, spiega il CTCU, tutto ciò che ha un bell’aspetto, un buon odore e un buon sapore può essere mangiato. Se si cucina troppo, si può congelare quello che rimane in eccesso.
Meglio alimenti di stagione
Altri consigli utili riguardano anche il piano alimentare generale. Meglio comprare meno bevande confezionate, ad esempio.
«Si possono risparmiare ingenti somme riducendo semplicemente lo spreco di cibo nelle nostre case – spiega il CTCU – Studi e stime mostrano che ogni anno finiscono nella spazzatura delle famiglie in Italia, Germania, Austria e Svizzera tra i 30 e gli 80 kg di cibo pro capite. Almeno la metà, se non anche due terzi dello spreco sarebbe evitabile».
Si può ridurre lo spreco di cibo acquistando meno (meno prodotti in offerta se non servono, meno cibo rispetto alle tentazioni delle promozioni e del packaging) e comprando seguendo la stagionalità degli alimenti. Ad esempio, ricorda il CTCU, frutta e verdura di stagione spesso vengono vendute a prezzi più bassi durante la stagione del raccolto, piuttosto che quando venduta fuori stagione. I mercati degli agricoltori offrono una buona opportunità per acquistare cibo fresco e prodotto localmente.
Si può infine prevenire un po’ di spreco e risparmiare sui costi riducendo il consumo di carne, dolciumi e cibi pronti. Non significa affatto fare la fame ma ad esempio mangiare meno carne e dunque comprarne di qualità migliore; oppure usare ingredienti e prodotti freschi, compresi i legumi, invece di piatti molto elaborati e relativamente costosi.
Abbassare lo sguardo sugli scaffali
Un altro consiglio riguarda ancora il modo in cui ci si aggira nei punti vendita.
Abbassare lo sguardo conviene, spiega il CTCU: «Nei supermercati i prodotti più economici sono di solito collocati nella parte inferiore o superiore degli scaffali, mentre quelli più costosi vengono spesso posti nel campo visivo e a portata di mano. Esistono sempre più negozi, inoltre, che offrono cibo in scadenza a prezzo ridotto, pertanto cosiddetti prodotti last minute. In questo modo si riducono gli sprechi alimentari nel settore della vendita al dettaglio».
Attenzione al prezzo dei prodotti e al loro peso. Il consumatore dovrebbe verificare i cartellini dei prezzi con più attenzione. «Nel caso di prodotti simili, ma di marchi diversi, il confronto del prezzo di base (cioè il costo per chilogrammo o litro) può aiutare a identificare il prodotto più economico – spiega il CTCU – Per certi prodotti, infatti, le differenze di prezzo sono notevoli: la lattuga non confezionata costa in media solo un quinto, in confronto alle insalate già lavate e confezionate, così come un chilo del miglior caffè biologico (macinato, commercio equo, 100% arabica) proveniente dall’Etiopia costa circa 25 euro, mentre per un chilo di caffè in capsule Nespresso si paga tre volte tanto (circa 84 euro) (fonti: siti web di Altromercato e Nespresso Italia)».
