Gli italiani amano mangiare fuori casa. Che sia la mattina per il cappuccino al bar, la sera per un aperitivo veloce o una cena con gli amici, oppure per il pranzo della domenica, nel 2016 la spesa destinata alla ristorazione ha superato i 78 miliardi di euro, con un aumento dell’8% rispetto a prima della crisi. È quanto emerge dal primo rapporto Coldiretti/Censis sulla ristorazione in Italia presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione.

Nell’ultimo anno, sono stati 50,3 milioni gli italiani che hanno mangiato fuori casa almeno una volta, di cui 24,5 milioni regolarmente. I campioni del pranzo o cena al ristorante sono i millennials che in 11 milioni hanno mangiato fuori casa, di cui 6,9 milioni regolarmente, a conferma del fatto che si tratta di un fenomeno destinato a crescere nel futuro. Tra i locali scelti con maggior frequenza, 48,6 milioni di italiani hanno preferito ristoranti, osterie, trattorie di cucina italiana o regionale, mentre 28,7 milioni si sono recati in ristoranti etnici (cinese, indiano, giapponese, ecc.), 36,1 milioni hanno mangiato negli agriturismi, 30,8 milioni in pub e paninoteche, 26,7 milioni in wine bar ed eno pub, 37,9 milioni in bar, caffè, pasticcerie per pranzo o cena, 31,5 milioni di italiani nei fast food, 16,5 milioni nei ristoranti vegetariani/vegani.

Nell’era della condivisione e dei social, mangiare fuori vuol dire anche lasciare recensioni e dare voti ai ristoranti sulle diverse piattaforme online. Risulta infatti che il 47% della popolazione adulta si è cimentata con questo genere di critica. D’altra parte, “la social reputation”, spiega la Coldiretti, “è diventata fattore ineludibile del successo o insuccesso di un locale”.

Nel panorama dei pasti consumati fuori casa, sale il numero di coloro che al ristorante tradizionale preferiscono l’home restaurant. Sono infatti 3,3 milioni gli italiani che mangiano cene nel salotto di casa di altri realizzate da parte di cuochi amatoriali, organizzate e promosse attraverso piattaforme social.

È la food sharing economy, ovvero le differenti forme di condivisione del cibo, “innovazione che”, sottolinea Coldiretti, “sta cambiando velocemente le abitudini alimentari degli italiani, anche per gli aspetti relativi al mangiare fuori casa, mentre la potenza del digitale moltiplica le nuove modalità di offerta e fruizione del cibo”.

Altro fenomeno in crescita è quello della ristorazione digitale, con 4,1 milioni di italiani che ordinano regolarmente cibo a domicilio online, tramite sito web oppure app (più altri 8,8 che lo praticano saltuariamente), mentre sono 11 milioni quelli che usano il telefono in maniera costante per farsi portare a casa piatti e pietanze direttamente da ristorante e/o pizzeria (17,5 milioni quelli che lo fanno occasionalmente).

“La centralità assunta negli ultimi anni dal cibo spinge una rinnovata voglia di convivialità che si traduce anche in forme alternative e ‘social’ di ristorazione di cui occorre tenere conto”, ha affermato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, nel sottolineare che “se la parte più visibile e modaiola di questo fenomeno è rappresentata dalla mania dei food selfie che ha contagiato un italiano su tre, la volontà di stupire il palato di amici e convitati sta portando verso una sempre più attenta ricerca di prodotti tipici, di qualità e a km zero che ha trovato soprattutto nei mercati degli agricoltori un naturale sbocco”.


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