Codacons, Mdc e Cittadinanzattiva denunciano McDonald’s all’Antitrust
Pratiche anticoncorrenziali nei confronti dei propri franchisee, l’obbligo di servirsi dei propri immobili con contratti di affitto stringenti e prezzi elevati, prezzi di rivendita dei prodotti che impediscono la concorrenza e finiscono a tutto svantaggio dei consumatori: queste le pratiche che le associazioni dei consumatori imputano a McDonald’s. Condotte anticoncorrenziali, dicono Codacons, Cittadinanzattiva e Movimento Difesa del Cittadino. Le tre associazioni hanno deciso di denunciare McDonald’s all’Autorità Antitrust spiegando che la multinazionale del fast food abuserebbe della propria posizione di supremazia sul mercato italiano.
In Italia, come al mondo, è il player dominante nel mercato del fast food: si contano oltre 550 ristoranti in tutta Italia, dei quali l’80% è gestito da affiliati, e 36 mila punti vendita in tutto il mondo con oltre l’80% degli outlet della società gestiti da affiliati individuali, contrattualmente obbligati a servirsi dei beni immobili di McDonald’s verso il pagamento di affitti elevati richiesti dalla stessa società. L’accusa formale è stata presentata ieri all’Autorità garante della concorrenza e contesta la violazione di diverse disposizioni di legge.
“La denuncia- spiega una nota stampa – argomenta che McDonald’s limiti illegittimamente la libertà imprenditoriale dei propri affiliati, imponendo loro termini commerciali sleali per effetto dei quali i contratti di franchising vengono collegati a contratti di locazione per l’utilizzo degli immobili di proprietà di McDonald’s, a prezzi esorbitanti. La denuncia si focalizza sugli sforzi sistematici di McDonald’s nel controllare i prezzi di rivendita dei propri affiliati per mezzo di un sistema di fissazione dei prezzi che porta i consumatori italiani a dover pagare prezzi più elevati”.
Per i franchisee il contratto di locazione con McDonald’s è una condizione preliminare non negoziabile e sine qua non per la conclusione di un accordo di franchising con la catena di fast food. E questi contratti di locazione, proseguono le associazioni di consumatori, contengono termini anticoncorrenziali che limitano la possibilità dei franchisee di passare ad un’altra catena e impongono loro affitti a prezzi ben al di sopra della media del mercato immobiliare. Tali condizioni comportano inoltre un rischio operativo più elevato per gli affiliati McDonald’s rispetto ai concorrenti, anche in termini di mancato recupero degli investimenti. Il consorzio che aggrega McDonald’s e i suoi affiliati, prosegue la denuncia, fissa i prezzi di rivendita dei prodotti da applicare in tutti in punti vendita, e questo limita la concorrenza sui prezzi a tutto svantaggio dei clienti, che finiscono per pagare prezzi più alti dell’8% presso i negozi in franchising rispetto agli altri store della società. Dice Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva: “Ovunque si guardi, appare chiaro come McDonald’s stia applicando lo stesso modello di privatizzazione del valore e di condivisione dei danni con i consumatori, i contribuenti e i lavoratori, costretti poi a pagarne le conseguenze. È in ogni caso incoraggiante il crescente impegno da parte dei cittadini e delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo, per assicurarsi che McDonald’s risponda e paghi la sua parte dei confronti della società. La denuncia all’Antitrust è un altro contributo di questo impegno a livello globale”.
L’azione segue una denuncia già presentata da Codacons, Movimento Difesa Del Cittadino e Cittadinanzattiva nel settembre 2015 alle autorità fiscali italiane, in relazione al trasferimento delle royalties dagli affiliati italiani di McDonald’s in Lussemburgo. Uno schema simile utilizzato da McDonald’s in Europa è attualmente sotto inchiesta formale da parte della Commissione Europea a Bruxelles