Raddoppiare l’agricoltura biologica arrivando al 40% del territorio agricolo entro il 2027. Cambiare la zootecnia per ridurre l’impronta ecologica, perché questa filiera è la fonte principale di emissioni di gas climalteranti e di azoto. Prevedere risorse minime garantite per l’ambiente e il clima. Queste alcune delle richieste che arrivano dalla coalizione #CambiamoAgricoltura che chiede una svolta per la Politica agricola comune (Pac). La coalizione è parte della campagna europea The Living Land nata per unire tutte le organizzazioni e le persone che pensano che l’attuale Pac sia in crisi e abbia bisogno di essere riformata.

In Italia #CambiamoAgricoltura è stata lanciata da un’ampia coalizione di Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura biologica e biodinamica. La richiesta della campagna: “La PAC del futuro deve innovare profondamente le proprie strategie verso un nuovo modello agricolo basato sui principi dell’agroecologia per assicurare che con i fondi pubblici siano premiate le aziende agricole più virtuose, che producono maggiori benefici per la società: cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio, mantenimento della fertilità del suolo e  mitigazione dei cambiamenti climatici”.

La coalizione ha discusso oggi di Pac in un convegno a Roma che ha rappresentato un’occasione di confronto fra le associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica (AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, FAI Fondo Ambiente Italiano, Federbio, ISDE Italia Medici per l’Ambiente, LIPU-BirdLife Italia, Legambiente, ProNatura e WWF Italia) con esponenti del mondo istituzionale, accademico, della ricerca e delle maggiori associazioni agricole (Coldiretti, CIA e Confagricoltura). La discussione è sul futuro della Politica Agricola Comune europea post 2020 alla luce della presentazione delle proposte di regolamenti da parte della Commissione il 1° giugno scorso. “È il momento di decidere se continuare a promuovere un modello di agricoltura più sostenibile per l’ambiente, i cittadini e le piccole aziende agricole oppure se, attraverso la collaborazione tra istituzioni, cittadini, agricoltori e Ong, lavorare insieme per cambiare le cose”. Questo il messaggio lanciato oggi dalle associazioni della coalizione #CambiamoAgricoltura.

Per le associazioni aderenti alla Coalizione, “i nuovi regolamenti presentano numerosi elementi di novità, alcuni dei quali lasciano intravedere la possibilità di modificare, se ben utilizzati, il paradigma dell’agricoltura di oggi. Allo tempo stesso, però, le proposte della Commissione UE lasciano aperte diverse domande e hanno troppi ambiti di incertezza che potrebbero rendere vana questa riforma, riportando l’agricoltura pericolosamente nel passato, con una corsa al ribasso degli impegni degli Stati membri della UE per la tutela dell’ambiente e la vitalità dei territori rurali”.

In generale le associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura chiedono che “la forte sussidiarietà contenuta in questa riforma della PAC non si trasformi, per le sfide ambientali e climatiche, in una ‘fuga’ degli Stati membri dagli impegni assunti a livello internazionale, con una sostanziale abdicazione di responsabilità da parte della Commissione Europea. Deve essere garantita – proseguono – una gestione della PAC post 2020 con un forte coordinamento centrale ed un’assunzione di responsabilità attraverso proposte concreti dei singoli Stati all’interno del nuovo strumento del Piano Strategico Nazionale”.

Le  associazioni chiedono poi che il Piano strategico nazionale che l’Italia dovrà redigere indichi chiaramente obiettivi e priorità coerenti con la Strategia europea per la biodiversità. Gli obiettivi che la coalizione ritiene indispensabili per la futura programmazione sono “il sostegno dell’agricoltura biologica (con un auspicato raggiungimento del 40% del territorio agricolo dedicato a tale pratica entro il 2027), il riconoscimento di un adeguato sostegno economico alla rete Natura 2000 attraverso anche il sostegno agli agricoltori che in essa operano e la ristrutturazione delle filiere zootecniche che rappresentano attualmente la fonte principale di emissioni di gas climalteranti e di azoto”. Queste e altre richieste sono parte di un “Decalogo per il futuro della PAC”, presentato dalla coalizione, che riassume richieste e proposte al Governo italiano e al Parlamento Europeo alla vigilia dell’avvio del negoziato che dovrebbe portare entro aprile 2019 alla definitiva approvazione dei nuovi Regolamenti della PAC post 2020 da parte del “Trilogo” (Commissione, Consiglio e Parlamento europei).


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