liberalizzazioni

Le liberalizzazioni sono state un flop e i consumatori sono stati beffati. Non ha dubbi la CGIA di Mestre secondo cui gli utenti hanno potuto beneficiare degli effetti positivi delle liberalizzazioni solo in due settori, quello dei medicinali e dei servizi telefonici, i primi diminuiti del 10,9% (dal 1995 ad oggi) e i secondi del 15,7% (dal 1998). Per quanto riguarda i costi per le assicurazioni auto, per i servizi bancari/finanziari e per i trasporti ferroviari, invece, si registrano aumenti considerevoli. Le liberalizzazioni  hanno portato pochi vantaggi nelle tasche dei consumatori italiani.  Anzi, nella stragrande maggioranza dei casi si è registrata una vera  e propria impennata dei prezzi o delle tariffe. Tra l’anno di liberalizzazione ed il 2011, solo i medicinali e le tariffe dei servizi telefonici hanno subito una diminuzione del costo. Per tutte le altre voci del paniere preso in esame, invece, è successo il contrario. I prezzi o le tariffe sono cresciute  con buona pace di chi sosteneva che un mercato più concorrenziale avrebbe favorito il consumatore finale.  Purtroppo, in molti settori si è passati da una situazione di monopolio pubblico a vere e proprie oligarchie controllate dai privati”.
A denunciare questa situazione è il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi. In particolare, il  “flop”  più clamoroso è avvenuto per le assicurazioni sui mezzi di trasporto che dal 1994 ad oggi sono aumentate del +184,1%, contro un incremento dell’inflazione del +43,3% (in pratica le assicurazioni sono cresciute 4,2 volte in più rispetto al costo della vita).
Sempre tra il 1994 ed il 2011 i costi dei servizi bancari/finanziari sono aumentati mediamente del +109,2%, mentre l’incremento dell’inflazione è stato pari al +43,3% (in questo caso i costi finanziari sono aumentati 2,5 volte  in più dell’inflazione). Stessa sorte per i trasporti ferroviari che hanno registrato un incremento dei prezzi molto consistente: tra il 2000 ed il 2011, sono aumentati del +53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al +27,1%.
Se per i servizi postali l’aumento del costo delle tariffe è stato del +30,6%, pressoché pari all’incremento dell’inflazione avvenuto tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%), per l’energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell’inflazione (che tra il 2007 ed i 2011 è stata del +8,4%). “Il governo Monti monitori con  molta attenzione quei settori che saranno prossimamente interessati da processi di deregolamentazione” suggerisce Bortolussi “non vorremmo che tra qualche anno molti prezzi e tariffe, che prima dei processi di  liberalizzazione erano controllati o comunque tenuti artificiosamente sotto controllo, registrassero aumenti esponenziali con forti ricadute negative per le tasche dei consumatori italiani”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)