Pesca illegale e commercio illegale di caviale selvatico sono una minaccia per la sopravvivenza dello storione. L’etichettatura in molti casi è inadeguata. Accade che venga messo in vendita caviale reclamizzato come “di origine selvatica”, anche sottobanco, e questo “fa pensare ad un giro d’affari di dubbia legalità”. La denuncia è del WWF che qualche giorno fa ha diffuso il dossier “Capire il mercato globale del caviale”. Nonostante il commercio di storioni sia regolato da vent’anni,  lo studio di Traffic e WWF sostiene che il commercio illegale di caviale non solo continua ma minaccia la sopravvivenza di questo gruppo di specie in via di estinzione in tutto il mondo.

Il dossier è stato pubblicato in concomitanza della riunione del comitato per gli animali della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES). La ricerca, basata su indagini di mercato e dati commerciali, ha rilevato che “il sistema di etichettatura CITES del caviale è carente proprio nei paesi cruciali per la presenza e per il consumo, rendendo più facile il traffico di caviale selvatico di origine illegale che viene commercializzato a livello nazionale e internazionale”.

“Le popolazioni di storioni sono drasticamente diminuite negli ultimi decenni: il bracconaggio e il commercio illegale di caviale selvatico sono ancora una minaccia per gli storioni”, ha detto Jutta Jahrl, esperto WWF di commercio di caviale.

“Il nostro studio – ha aggiunto  Hiromi Shiraishi, uno degli autori dello studio di Traffic – dimostra che un’etichettura non adeguata rappresenta un problema serio, rendendo difficile per le autorità, i produttori, i consumatori e le forze dell’ordine individuare merce non autorizzata e/o illegale”.

Tutte le 27 specie di storioni sono elencate nella Lista Rossa dell’IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, e di queste ben 16 sono in pericolo di estinzione. “Uno dei principali motivi per il ritmo allarmante con cui le popolazioni di storioni stanno scomparendo in natura è la pesca insostenibile dovuta agli alti prezzi del caviale e alla domanda crescente di caviale selvatico”, dice il WWF. La valutazione dei mercati, anche online, è stata fatta fra dicembre 2017 e febbraio 2018 su sei paesi cruciali per il consumo: Cina, Francia, Germania, Giappone, Federazione Russa e Stati Uniti. Sono tutti membri della CITES, quindi dovrebbero applicare un sistema di etichettatura riconosciuto universalmente per il caviale venduto sia a livello internazionale sia a livello nazionale. Ma lo studio ha trovato che solo Germania e Francia hanno applicato l’etichettatura nel commercio domestico. La mancanza di adeguata etichettatura in mercati domestici come Usa, Russia e Cina mette a rischio lo stesso sistema di etichettatura.

In vendita è stato trovato caviale reclamizzato come “di origine selvatica” anche perché i consumatori lo chiedono ancora, ritenendolo superiore a quello di allevamento. “Il fatto che in Russia, Germania e Francia il caviale selvatico sia offerto ‘sottobanco’ o ‘sul mercato nero’, fa pensare ad un giro d’affari di dubbia legalità  – sostiene afferma Jutta Jahrl, esperta WWF di commercio di caviale – Nelle precedenti indagini abbiamo trovato sia il caviale da acquacoltura venduto come ‘selvatico’, ingannando il consumatore, sia il caviale selvatico ‘spacciato’ come ‘di allevamento’ per renderlo legale. Questo significa che esiste ancora una forte minaccia per le popolazioni di storioni selvatiche, perché il bracconaggio è una pratica diffusa in tutto il mondo”.


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