Avere un dentatura sana e curata, si sa, può comportare una spesa dentistica piuttosto consistente che non tutti oggi possono sempre permettersi. Per non rischiare di passare troppo presto da un sorriso smagliante a uno un po’ sdentato sono in molti a rivolgersi sempre più di frequente alle catene di dentisti che si moltiplicano su tutto il territorio nazionale. Prezzi più bassi rispetto allo studio privato, elasticità negli appuntamenti e professionalità sono le caratteristiche che vengono sponsorizzate maggiormente e che attirano sempre nuova clientela.
Un’inchiesta svolta da Altroconsumo ha cercato però di scoprire se è davvero tutto oro (o meglio smalto dentale) ciò che luccica.
Andando a visitare 13 centri appartenenti alle 11 catene più presenti sul territorio nazionale, sono emersi diversi aspetti interessanti. Innanzitutto l’anamnesi viene eseguita da un “assistente alla persona o commerciale” che consegna anche il preventivo. Quasi mai è esposto un tableau con i nomi dei dentisti che lavorano nel centro, salvo alcuni casi in cui viene citato solo il nome del direttore sanitario. “Una mancanza di trasparenza che tende a far prevalere l’insegna commerciale sul nome del dentista che spesso non figura neppure nel preventivo”, dicono da Altroconsumo.
Alcune carenze sono state individuate anche nella presunta professionalità del personale. In 8 casi su 10, infatti, la visita non è stata per nulla accurata: il dentista, dopo aver guardato la radiografia panoramica, ha controllato la mobilità dei denti con le mani senza usare uno specchietto e nemmeno lo specillo, strumenti che garantiscono una visita completa e che servono anche a individuare eventuali lesioni precancerose. Gli unici studi che hanno fatto una visita più approfondita sono Dental Coop e Social Dent.
Se guardiamo invece al portafoglio, le catene hanno politiche di prezzo molto diverse (anche tra studi della stessa catena), ma non hanno prezzi molto più bassi rispetto al dentista tradizionale. Per un impianto ad esempio i prezzi variano da 500 fino a 1.350 euro, con una media di 947 euro, contro i 1.194 euro di uno studio privato. Il prezzo medio nelle catene quindi è inferiore, ma non di molto.


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