“Con la bandiera nera data al ministero dell’interno francese vogliamo far sentire la nostra voce per ribadire che i respingimenti dei migranti sono inaccettabili ovunque, dal mare alla montagna”: così il presidente di Legambiente Stefano Ciafani ha spiegato l’assegnazione della “bandiera nera” alla Francia nell’ambito della Carovana delle Alpi. L’arco alpino, oltre a soffrire le conseguenze dei cambiamenti climatici, è diventato la nuova rotta percorsa dai migranti per raggiungere la Francia. E oltre ai pericoli della montagna e del freddo c’è la politica di respingimento seguita dai francesi ai valichi di frontiera.

La Carovana delle Alpi di Legambiente premia con le bandiere verdi le realtà alpine virtuose per sostenibilità ambientale e sociale, turismo dolce, agricoltura di qualità, ma anche per accoglienza e integrazione. Sul fronte opposto ci sono le bandiere nere, assegnate ai “pirati” della montagna per le aggressioni ambientali e quest’anno per la politica di respingimento alle frontiere. I riconoscimenti vanno sia a comunità e territori montani, sia a singole persone che combattono gli illeciti ambientali o che si battono per denunciare gli impatti che i cambiamenti climatici stanno avendo sulle montagne e sulla vita quotidiana dei cittadini che abitano ad alta quota.

Sono quindici le bandiere verdi assegnate nei giorni scorsi dalla Carovana delle Alpi. Sono, come detto, pratiche virtuose che raccontano un profilo “green” e sostenibile. Cinque i riconoscimenti in Lombardia, seguita dal Piemonte con quattro vessilli, due a testa per Valle d’Aosta, Trentino e Friuli Venezia Giulia. Fra le buone pratiche premiate da Legambiente c’è ad esempio l’esperienza di ERSAF (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste) che ha promosso e realizzato il Cammina ForesteLombardia, un trekking di 42 tappe attraverso 20 foreste regionali da percorrere a piedi o in bicicletta dormendo tra rifugi, ostelli, pensioni di montagne. Ci sono le attività di informazione, sensibilizzazione e valorizzazione del territorio da parte del Parco regionale Campo dei  Fiori (VA) e dei cittadini dopo gli incendi che l’estate scorsa hanno colpito l’area verde.

Fra le altre storie virtuose alpine, c’è quella dei comuni  dell’Alta Val Susa e del brianzonese che, insieme a diverse Ong e a molti cittadini italiani e francesi, stanno sostenendo nelle due aree di confine l’accoglienza ai migranti. C’è  poi il comune di Gaiola (Cn) che da anni è impegnato in progetti di valorizzazione ambientale come il recupero della sentieristica o le passeggiate fotografiche e ci sono le istituzioni valdostane che stanno stanno sostenendo la candidatura del Monte Bianco a patrimonio dell’Unesco. Sono stati premiate anche singole persone. Spiega Legambiente: “Riconoscimenti anche per Roberto De Prato, che la scorsa estate è stato aggredito da alcuni motociclisti per averli immortalati con la macchina fotografica mentre percorrevano illegalmente alcuni sentieri sui monti sopra Ravascletto. E per la famiglia Elter di Cogne, in Valle D’Aosta, che si è rivolta alla Corte di giustizia Europea per denunciare le ripercussioni che i cambiamenti climatici stanno avendo sulla montagna e sulla vita quotidiana di chi vive ad alta quota e per ricordare l’inadeguatezza dei target di riduzione delle emissioni climalteranti al 2030 fissato dal Parlamento europeo”.

Ci sono poi i pirati delle Alpi. Sei le bandiere nere date da Legambiente per le cattive pratiche di gestione del territorio: cinque ai confini italiani (due al Friuli Venezia Giulia, una in Lombardia, una equamente condivisa dalle province di Trento e Bolzano, una alla provincia di Trento) mentre la sesta bandiera nera è stata assegnata al Ministero dell’interno francese per i continui respingimenti da parte della polizia francese ai valichi alpini di frontiera nei confronti di migranti e minori.

Sostiene il presidente di Legambiente Stefano Ciafani: “Le Alpi sono una delle principali vittime dei cambiamenti climatici, che qui avanzano più rapidamente che altrove, e allo stesso tempo sono diventate, attraverso i molti valichi alpini, le nuove rotte percorse dai migranti che tentano di raggiungere la Francia a piedi, a causa dei respingimenti operati a Ventimiglia e, verso l’Austria, al confine del Brennero. Una stretta che ha provocato anche diversi morti lungo i sentieri di montagna. Questi due temi, quelli dei cambiamenti climatici e dei migranti, si intrecciano con le storie che raccontiamo con Carovana delle Alpi e che dimostrano come sia possibile vivere la montagna senza sfruttarla, valorizzandone aspetti e caratteristiche, puntando su accoglienza, integrazione e innovazione e coinvolgendo amministrazioni e comunità locale”. Per Ciafani “con la bandiera nera data al ministero dell’interno francese vogliamo far sentire la nostra voce per ribadire che i respingimenti dei migranti sono inaccettabili ovunque, dal mare alla montagna, e ricordare che l’Europa è fatta prima di tutto di persone. Serve dunque una visione capace di tenere insieme solidarietà, perché si tratta di persone in difficoltà, accoglienza e nuovi programmi di cooperazione internazionale”.


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