Carburanti, prezzi in salita. AACC: aumenti ingiustificati
I prezzi dei carburanti tornano a salire, dopo un periodo di tregua. Il rimbalzo delle quotazioni internazionali si è fatto sentire nel weekend che ha registrato un’ondata di rincari: la benzina è tornata a quota 1,82 euro al litro. Secondo il monitoraggio di Quotidiano Energia sabato Eni ha aumentato i prezzi raccomandati di benzina e diesel di 1,5 cent; è stata seguita a ruota da Q8 e Shell (identico rincaro), Esso e TotalErg (+1 cent). Oggi chiude il giro Tamoil con +1 cent. Federconsumatori e Adusbef: aumenti ingiustificati.
Le nuove medie nazionali della benzina e del diesel sono quindi in rialzo, rispettivamente a 1,810 e 1,712 euro/litro (Gpl a 0,776). Le “punte” sono tutte in deciso aumento a 1,854 per la “verde”, 1,735 per il diesel e 0,798 per il Gpl (in discesa). La situazione più nel dettaglio a livello Paese (sempre in modalità “servito”), vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,793 euro/litro di Eni all’1,810 di Tamoil (no-logo a 1,691). Per il diesel si passa dall’1,692 euro/litro sempre di Eni all’1,712 di Q8 e Shell (no-logo a 1,565). Il gpl infine è tra 0,736 euro/litro di Eni e 0,776 di Tamoil (no-logo a 0,731).
“Rincari ingiustificati ed inammissibili, dal momento che le quotazioni odierne del petrolio non segnano alcun rialzo (né il WTI né il Brent) – denunciano Federconsumatori e Adusbef – Secondo i calcoli dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, invece di aumentare, i costi dei carburanti dovrebbero diminuire, dal momento che si trovano nettamente al di sopra del livello a cui si dovrebbero attestare”.
“Da un confronto effettuato sulla base delle quotazioni del petrolio, tenendo conto delle variazioni del cambio Euro/Dollaro, emerge infatti che, a parità di costo della materia prima (ed ovviamente a parità di valori di accise e Iva), il prezzo della benzina si attestava a 1,75 Euro al litro. Questo significa che vi è il margine per una diminuzione di almeno 7 centesimi al litro. Tali centesimi di troppo, in termini annui, comportano ricadute per gli automobilisti pari a +84 euro per costi diretti (ovvero per i pieni di benzina), +68 euro per costi indiretti (vale a dire per via delle ricadute dei costi dei carburanti sull’andamento complessivo di prezzi e tariffe).
“Aggravi che, in un momento critico come quello che le famiglie stanno attraversando, risultano del tutto intollerabili – dichiarano i Presidenti delle due Associazioni Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – Per questo è urgente intervenire su questo settore fondamentale avviando misure per la modernizzazione della filiera e la completa liberalizzazione della rete di distribuzione; disponendo seri controlli e verifiche sulla determinazione dei prezzi e sulla correttezza delle quotazioni internazionali.
“Non dimentichiamo, a tale proposito, che l’Antitrust UE sta conducendo delle indagini relative ad una presunta speculazione sul Brent che, se confermata, avrebbe pesato sulla determinazione del costo dei carburanti in questi anni – concludono i due Presidenti che dicono anche no all’aumento dell’Iva al 22% che avrebbe effetti catastrofici sia in termini diretti, sia per via delle ricadute indirette: determinando un nuovo rialzo dei costi dei carburanti, infatti, contribuirebbe ad un aumento generalizzato di tariffe e prezzi (in particolare quelli relativi ai beni di largo consumo trasportati per l’86% su gomma)”.