Caporalato, il 6 luglio manifestazione nazionale a Latina
Dopo l’atroce morte di Satnam Singh, il 6 luglio ci sarà una nuova manifestazione in piazza a Latina, indetta da Cgil e associazioni della società civile, contro il caporalato e lo sfruttamento nei campi
Nuova manifestazione a Latina contro il caporalato, dopo la morte brutale del bracciante Satnam Singh. Il 6 luglio la Cgil, assieme alle associazioni della società civile, sarà nuovamente in piazza a Latina per “una grande manifestazione nazionale contro il sistema del caporalato e dello sfruttamento nei campi”.
La mobilitazione segue quella che c’era stata il 22 luglio dopo la brutale morte di Satnam Singh, che avuto il braccio staccato da un macchinario e aveva riportato altre gravi fratture. Ma il datore di lavoro, invece di portarlo in ospedale, l’avevano caricato su un pulmino e abbandonato davanti alla sua abitazione. Morto anche per mancanza di soccorso. Ora il responsabile dell’azienda è accusato di omicidio volontario con dolo eventuale. Numerose le sigle della società civile che hanno aderito alla manifestazione di sabato. Fra queste Arci, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Libera, Forum Diseguaglianze Diversità, Greenpeace Italia, Sbilanciamoci!, Unione degli universitari e molti altri.
L’atroce morte di Satnam Singh e lo sfruttamento sui campi agricoli
L’atroce morte di Satnam Singh ha acceso i riflettori sul sistema di sfruttamento del lavoro agricolo dei braccianti nell’Agro pontino, denunciato da molte inchieste e di fatto mai scardinato. Nei giorni scorsi Antonello Lovato, il “padrone” dell’azienda (molti si fanno chiamare così dai braccianti) nella quale Satnam Singh è morto dopo aver perso un braccio e non essere stato soccorso ma “scaricato” davanti alla sua abitazione, è stato arrestato.
Come scrive il Post, “ Inizialmente per Lovato era stato ipotizzato il reato di omicidio colposo, ma ora l’accusa è stata modificata in omicidio volontario con dolo eventuale, e per questo è stata decisa la custodia cautelare in carcere. (…) Il “dolo eventuale” si ha quando viene compiuta un’azione accettando il fatto che quell’azione possa avere come conseguenza un reato, anche grave come un omicidio, in questo caso”.
L’autore del reato è insomma consapevole del rischio dell’eventuale morte anche se non la vuole provocare di proposito, ma agisce lo stesso. In questo caso, il titolare non ha soccorso il lavoratore e non ha chiamati i soccorsi, che con la gravità delle sue condizioni avrebbero dovuto essere immediati. “I medici legali hanno infatti accertato che se il ragazzo fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe “con ogni probabilità salvato“” (Fonte: Fanpage).
Caporalato, società civile in piazza
Ancora una volta si parla di caporalato. Alla manifestazione nazionale del 6 luglio “per contrastare il sistema perverso e criminale del caporalato, che lucra sulla disperazione e sulla povertà, mettendo in condizioni di sfruttamento gli operai che lavorano nei campi” ci sarà anche Federconsumatori.
Il corteo, che si concluderà in piazza della Libertà a Latina, “vuole riportare la giusta attenzione – ricorda l’associazione – su questo inaccettabile fenomeno, tornato alla ribalta delle cronache con la morte di Satnam Singh, operaio indiano sfruttato, gravemente infortunato sul lavoro, brutalmente abbandonato a sé stesso senza cure né umanità”.
Federconsumatori chiede, lato consumatori, l’etichettatura sociale dei prodotti. Sfruttamento e schiavismo sui campi agricoli portano infatti a riflettere non solo sulla violazione dei diritti di lavoratori e braccianti, in questo caso della comunità sikh, ma anche sui costi umani di tanti prodotti made in Italy. Nelle campagne dell’Agro pontino, come in altre realtà, si produce tanta ortofrutta. Il tema dunque, dal lato dei consumatori e dei cittadini, diventa come evitare che nel piatto finiscano prodotti frutto di violenza e violazione dei diritti umani.
Federconsumatori ha chiesto “ un sistema di etichettatura sociale che certifichi la correttezza dei processi produttivi, le condizioni e la sicurezza dei lavoratori”.
No dunque ai prodotti frutto di sfruttamento. Che non finiscano sul piatto.
Spiega Federconsumatori: “I consumatori sono stanchi di trovarsi sulla tavola prodotti raccolti in condizioni disumane, senza la più lontana tutela della sicurezza sul lavoro né dell’ambiente. Saremo in piazza per dire basta a questo tipo di produzioni, oltre che per rivendicare controlli stringenti e l’adozione di un sistema di etichettatura sociale che certifichi la correttezza dei processi produttivi, le condizioni e la sicurezza dei lavoratori, la sostenibilità delle colture e l’impegno per la tutela delle persone e dell’ambiente. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa consumano, solo così potranno consumare responsabilmente, per far sì che ogni acquisto abbia un valore etico e non solo meramente economico”.