lira

Chi aveva in casa vecchie lire, chi ha scoperto dei “tesoretti” lasciati in eredità, chi non ha saputo dello stop alla conversione delle banconote: l’anticipazione del termine ultimo per cambiare la lira in euro, deciso con decorrenza immediata e anticipato al 7 dicembre scorso, ha lasciato in difficoltà persone che di quei soldi avrebbero bisogno.

La prescrizione con decorrenza immediata a favore dell’Erario delle banconote, dei biglietti e delle monete in lire ancora in circolazione è scattata dal 7 dicembre scorso e ha abrogato il precedente termine, che era fissato al 28 febbraio 2012. Ma sul provvedimento, nel complesso poco noto, il sipario non è affatto calato: Federcontribuenti sta seguendo il caso, ha denunciato la mancanza di informazione e annunciato che si sta attivando per ottenere una pronuncia di incostituzionalità dell’articolo (n. 26 del decreto legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011) che ha disposto la prescrizione immediata delle lire ancora in circolazione; Federconsumatori e Adusbef hanno chiesto alla Banca d’Italia di concedere ai cittadini ancora in possesso delle vecchie banconote una moratoria per rientrare in possesso dei proprio risparmi.
Affermano le due associazioni: “Non condividiamo le motivazioni che hanno portato all’anticipazione del termine ultimo per cambiare la lira in euro”. La data era inizialmente prevista al 28 febbraio 2012 ma è stata anticipata al 7 dicembre 2011, il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del D.L. 201/2011 che ne prevedeva la modifica. “Un’anticipazione del termine attuata repentinamente, e senza un adeguato avviso ai cittadini, che, in molti casi, si sono trovati in tasca “carta straccia”. Il Governo – affermano Federconsumatori e Adusbef – ha motivato tale operazione sostenendo che vi è stato un lungo periodo a disposizione dei cittadini per effettuare il cambio delle vecchie banconote, e tempi così lunghi davano spazio a speculazioni e operazioni di riciclaggio di denaro sporco da parte della criminalità organizzata. Ben venga contrastare tali fenomeni, ma ci sono moltissimi casi di cittadini per bene rimasti “beffati” da tale operazione”.
Dare una stima delle persone coinvolte, e che non hanno potuto effettuare il cambio lira-euro, è forse difficile. Più facile però disegnarne il profilo: sono anziani che pensavano di avere più tempo a disposizione, cittadini che hanno trovato vecchie banconote in eredità, in case vuote, nei cassetti. “Abbiamo persone – spiega a sua volta Federcontribuenti – che hanno scoperto piccoli risparmi in lire messi via dai propri genitori, persone che hanno da poco perduto il lavoro e volevano approfittare di questi soldi per sopravvivere, persone che vivono di pensione sociale e ai quali questi risparmi insperati farebbero comodo”.
Federconsumatori e Adusbef hanno invitato la Banca d’Italia a “prestare attenzione a casi dimostrabili di questo tipo, concedendo ai cittadini interessati una moratoria per poter rientrare in possesso dei propri risparmi”. A sua volta, il senatore Elio  Lannutti ha presentato una richiesta di informazioni al Governo. Chiede “se il Governo ritenga che, considerata la precedente scadenza di fine febbraio 2012 per la conversione delle lire in euro, non sarebbe stato necessario e doveroso porre un termine di tempo tale che le persone si potessero adeguare” e “quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di concedere una proroga per autorizzare la Banca d’Italia a convertire in euro le lire ancora in circolazione considerato che, visto l’ingente gettito di 1 miliardo e 300 milioni per lo Stato, non si può riportare equilibrio nella finanza pubblica solo vessando i contribuenti”. Dati della Banca d’Italia relativi a maggio 2010 indicano infatti, ha ricordato Lannutti, che il totale delle lire ancora in circolazione ammonta a 1,3 miliardi di euro.
Federcontribuenti stima siano oltre un migliaio i cittadini coinvolti nello stop alla conversione e si sta attivando per ottenere una pronuncia di incostituzionalità e una pronuncia da parte della Corte di giustizia europea di incompatibilità con la normativa europea. L’associazione denuncia una “grave mancanza di  informazione” sul provvedimento. Non solo. In una nota diramata il 24 gennaio, Federcontribuenti ha riportato “la segnalazione di una cittadina italiana che dopo aver scoperto di non poter più  convertire le lire ha telefonato alla segreteria di Monti sentendosi così rispondere: ”Lei ha fatto un investimento rischioso, avevate avuto tanto tempo per convertire, perché aspettare fino all’ultimo? Il Governo ha deciso di bloccare la conversione per impedire riciclaggio e speculazione, abbiamo fatto un blitz alla criminalità organizzata. Il governo ha messo sul piatto della bilancia il guadagno e la perdita  e ha deciso che ci guadagnava il Paese. Lo abbiamo fatto per il bene del Paese”.
Sarebbero “migliaia i cittadini” che hanno contattato le sedi di Federcontribuenti: sono persone, spiega l’associazione, che “facendo dei lavoretti in casa, hanno trovato ‘gruzzoletti’ messi via da genitori non più in vita e del resto ci troviamo di fronte ad un palese caso di appropriazione indebita da parte del governo che di fatto ha requisito soldi a cittadini per riempire le proprie casse. Non è tollerabile la posizione scelta dal governo Monti che deve tornare sui suoi passi e permettere a queste persone di rientrare in possesso dei propri soldi”.
L’8 febbraio sono partite, dalla sede nazionale Federcontribuenti, “centinaia e centinaia di moduli di Procura ad litem, richiesti da migliaia di cittadini che per un motivo o per un altro hanno atteso di convertire i loro risparmi, procedendo quindi, all’istituzione di un processo”. Il senatore Lannutti ha chiesto intanto al Governo di concedere altri tre mesi di tempo, riporta un lancio di Agenzia Parlamentare. “Ho presentato un emendamento al milleproroghe per posticipare la scadenza al 30 aprile prossimo. Il totale delle lire ancora in circolazione ammonta a 1,3 miliardi di euro, è scandaloso sottrarli ai legittimi possessori”, ha affermato l’esponente Idv in un’interrogazione parlamentare.
 
a cura di Sabrina Bergamini


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4 thoughts on “Cambio lira/euro, Consumatori chiedono moratoria

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