Buoni fruttiferi postali serie Q, udienza spostata a febbraio 2025 (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

C’è un nuovo rinvio dell’udienza sulla class action promossa da Federconsumatori sui buoni fruttiferi postali della Serie Q che è stata spostata al 12 febbraio 2025.

A darne notizia è l’associazione, che ricorda come migliaia di risparmiatori abbiano pre-aderito alla class action promossa da Federconsumatori per “ottenere il giusto corrispettivo dei buoni fruttiferi postali della Serie Q e che attendevano il 22 maggio 2024 per conoscere il pronunciamento dei Giudici sull’ammissibilità”. Ora l’udienza è stata rinviata al 12 febbraio 2025.

Buoni fruttiferi postali: “Un altro anno di attesa”

“Un altro anno di attesa, un altro anno senza poter ottenere risposte”, commenta Federconsumatori.

Spiega l’associazione: “Tempi così dilatati non fanno altro che scoraggiare i risparmiatori coinvolti, compromettendo la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema giudiziario. Quanto accaduto testimonia la necessità e l’urgenza di potenziare strumenti preventivi e alternativi per la risoluzione delle controversie, al fine di alleggerire e rendere più tempestivo ed efficiente il sistema giudiziario”.

Nonostante il rinvio, prosegue Federconsumatori, la class action “non si ferma”.

“Intendiamo portare a termine, con convinzione, tale battaglia, fino a quando non saranno riconosciute le ragioni dei risparmiatori che hanno investito nei buoni fruttiferi Serie Q”.

Buoni fruttiferi postali Serie Q, un sito dedicato

I cittadini interessati possono contattare l’associazione e visitare il sito www.serieq.it per rimanere aggiornati sugli sviluppi e avere informazioni su eventuali adempimenti da svolgere per il proseguimento della class action. Chi ha già pre-aderito riceverà aggiornamenti e istruzioni dettagliate.

Nel 2021 Federconsumatori aveva avviato  il procedimento per un’azione di classe da parte di alcuni sottoscrittori di Buoni fruttiferi postali (Bfp) emessi tra il 21 settembre 1986 e il 31 ottobre 1995 appartenenti alla serie ordinaria contraddistinta con la lettera “Q”.

Come si legge sul sito www.serieq.it, non è semplice districarsi fra le sentenze sui buoni fruttiferi postali. I motivi per cui i tassi del buono in molti casi non corrispondono a quanto riscosso dal risparmiatore, spiega Federconsumatori, sono principalmente due.

Uno riguarda la legislazione italiana.

“Nel 1973 venne emanata una legge che permetteva al Ministero del tesoro di poter abbassare il tasso di interesse anche dei buoni già sottoscritti, legge di cui il Ministero beneficiò a partire dal 1986 – spiega online Federconsumatori – Le serie antecedenti alla Q, quindi la M – N – O – P vennero tutte equiparate alla nuova serie emanata nell’86, la quale aveva dei tassi di interesse decisamente inferiori a quelle precedenti. Molte sentenze si sono chiuse favore di Poste Italiane, mentre solo una minoranza a favore dei consumatori. Questo perché appunto non è semplice aprire un contenzioso nei confronti di quello che è un atto legislativo”.

La seconda causa di svalutazione riguarda i buoni emessi dopo il 1 luglio del 1986.


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