Disinformazione, bufale, post-verità, fake news. Tanti modi diversi di alterare il racconto della realtà, di mistificarla o di deviarla, che finiscono per costruire narrazioni false, scorrette o parziali – la gradazione può essere diversa – e colpiscono anche reputazione e lavoro del volontariato. Creando una vera crisi di fiducia fra i cittadini. Qualche esempio? La metà degli italiani ritiene che le donazioni per cause di solidarietà vengano raramente usate davvero per i fini dichiarati. Meno del 10% pensa che i soldi donati per l’emergenza terremoto siano stati impiegati in modo corretto. E se i social media possono avere un impatto sull’atteggiamento dell’opinione pubblica (almeno di quella che li usa), solo l’8% degli italiani ritiene che la maggioranza delle informazioni diffuse sui social siano vere.

post verità informazioneCi si può certo interrogare sul concetto di verità, ma sta di fatto che il dibattito pubblico si sta concentrando da un po’ di tempo su bufale, fake news e su quell’insieme di fenomeni che alimentano razzismo, xenofobia e discorsi d’odio. Nell’informazione e online. Lo fa anche il mondo del volontariato, da cui vengono i dati appena citati, che sta organizzando per lunedì 3 aprile a Milano il seminario dal titolo “La realtà da ricostruire. Narrazioni sociali e post-verità”. L’evento vedrà la partecipazione di studiosi, esperti e operatori che si sono occupati dei meccanismi della disinformazione, in particolare quelli riprodotti con i social media, e di narrazioni sociali, e rappresenta una delle tappe di avvicinamento al Festival Italiano del Volontariato che si svolgerà a Lucca dal 12 al 14 maggio. Ad organizzarlo sono il Centro Nazionale per il Volontariato, la Fondazione Volontariato e Partecipazione, Centro Servizi per il Volontariato – Città Metropolitana di Milano in collaborazione con il Banco BPM e il CSA – Centro Statistica Aziendale.

“Già nel 2013 il World Economic Forum inseriva il tema della disinformazione di massa come una delle sfide da affrontare al pari della crisi economica, del divario di ricchezza, delle questioni ambientali. Post-verità, fake news e bufale, moltiplicazione di odio, razzismo, xenofobia e intolleranza in rete sono fenomeni che mettono a rischio la civiltà di un intero Paese”, dicono i promotori dell’iniziativa.  “Il volontariato non è immune dai pericoli di una disinformazione dilagante – commenta il presidente del Centro Servizi per il Volontariato Città Metropolitana di Milano Ivan Nissoli – Possibili forme di mistificazione della realtà rappresentano fattivamente un danno alla cultura della solidarietà e anche un potenziale rischio per la sua credibilità operativa: basti pensare alle false catene di Sant’Antonio sulla donazione del sangue e ai negativi effetti che hanno sulle attività delle realtà non profit. Tutelare la verità del buon operare significa tutelare un settore che di credibilità vive, non dimentichiamocelo!”. 

Qual è la percezione nei confronti di alcune questioni chiave del volontariato è dunque l’obiettivo di due indagini che il Centro Statistica Aziendale ha condotto, in collaborazione con la Fondazione Volontariato e Partecipazione, su un campione rappresentativo per classe di età e area geografica di residenza di 2255 italiani. I risultati non sono certo incoraggianti e raccontano di una fiducia scarsa verso le donazioni. Il 52% degli intervistati ritiene che raramente i soldi delle donazioni vengano utilizzate secondo i fini dichiarati, mai per il 15,7%; solo il 3,1% ritiene che vengano sempre usati secondo i fini dichiarati, mentre viene fatto spesso a parere del 29,3% degli intervistati. Ancora: solo il 9,7% ritiene che i soldi donati per l’emergenza terremoto siano stati usati correttamente, mentre ben il 44,2% ritiene che non lo siano stati e il 46,1% non sa rispondere. Che impatto hanno i social media su tutto questo è fattore da capire bene. Allo stesso tempo, la fiducia nella “verità” delle informazioni che circolano online è parimenti bassa. Dice il direttore del CSA Mariano Galizia: “Una crisi di fiducia che possiamo presumere sia dovuta anche al proliferare sui social media di false notizie che hanno un impatto negativo anche su certe forme di solidarietà. Fra i dati che presenteremo durante il seminario ve ne è uno particolarmente rilevante: solo il 7,9% degli italiani ritiene che la maggioranza delle informazioni che circolano sui social media siano vere“. 


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