Brand, CompuMark: in Italia violazioni per il 71% dei marchi
Aumentano nel mondo i casi di violazione dei marchi. Otto aziende su dieci hanno registrato attività di violazione dei marchi nel 2018, con un incremento rispetto al 2017 in cui sono state il 74%. In Italia questa percentuale è un po’ più bassa anche se consistente: il 71% dei marchi dichiara di aver subito violazioni. E il 33% ha dovuto cambiare nome a causa della violazione. E l’83% delle aziende in Italia ha detto di aver avviato un’azione legale contro i marchi illeciti. Sono dati diffusi da CompuMark, azienda leader nel settore della protezione e ricerca dei marchi.
A livello internazionale, il 40% degli intervistati ha dichiarato di aver riscontrato da 1 a 10 casi di violazione, mentre il 22% ne ha subiti da 11 a 20. La ricerca L’ecosistema dei marchi: prospettive globali su registrazione, violazione e sfide comuni è il report annuale sviluppato da CompuMark e ha intervistato 352 professionisti del settore appartenenti a team legali interni ed esterni negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, in Francia e in Italia.
La tecnologia viene indicata da questi professionisti come il fattore principale che potrebbe facilitare la ricerca e protezione dei marchi e allo stesso tempo semplificare la creazione dei nomi. Un terzo delle persone intervistate ha detto di aver assistito a un aumento della registrazione di marchi non tradizionali, come per odori, movimenti e colori.
Ma cosa comporta la violazione di un marchio? Per gli utenti e i consumatori, una maggiore confusione, oltre a danni alla reputazione del brand e una riduzione del tasso di fiducia dei clienti stessi. A livello internazionale, quasi tre quarti delle aziende hanno detto di aver avviato un’azione legale contro i marchi illeciti e il 30% dice di aver dovuto modificare un marchio a causa di una violazione. Le violazioni riguardano ampi settori, dal design industriale ai nomi di social media, dai domini web al nome commerciale alle campagne pubblicitaria.
Le infrazioni sperimentate in Italia nel 2018 vedono al primo posto violazioni del nome commerciale (56%), seguite da infrazioni su domini web (42%), su design industriale (39%), su campagne pubblicitarie (33%), mercati online (19%) e nomi dei social media (14%).
Dice Jeff Roy, presidente di CompuMark: “Il panorama della registrazione dei marchi è in rapida evoluzione, di conseguenza i brand e i professionisti del settore devono adeguarsi per garantire di essere in grado di mitigare efficacemente i rischi associati alle potenziali violazioni. Il report mostra che sia l’attività di registrazione dei marchi che le violazioni sono in aumento, evidenziando l’esigenza di una maggiore efficienza e vigilanza quando si tratta di ricercare nuovi marchi e proteggere quelli esistenti. La ricerca – aggiunge Roy – dimostra che la tecnologia deve assumere un ruolo più centrale nel supportare i professionisti dei marchi durante il processo di registrazione e poi nella protezione dei marchi stessi“.