Bolletta energetica troppo cara? Aper: non per colpa delle rinnovabili
“Energie Senza Bugie” è il titolo del dossier realizzato da Aper per la campagna di comunicazione 2013. Nel dossier, disponibile online, viene analizzato l’impatto delle fonti rinnovabili nella bolletta energetica degli italiani. Una questione dibattuta da sempre, maggiormente nell’ultimo anno. La domanda è: quanto pensano le fonti rinnovabili sulla bolletta energetica degli italiani? Facciamo un passo indietro. Il Cip6 è un provvedimento del Comitato Interministeriale Prezzi adottato il 29 aprile 1992, che stabilisce prezzi incentivati per l’energia elettrica prodotta con impianti alimentati da fonti rinnovabili e assimilate.
In conseguenza della delibera “CIP6”, chi produce energia elettrica da fonti rinnovabili o assimilate ha diritto a rivenderla al Gestore dei Servizi Energetici a un prezzo superiore a quello di mercato. I costi di tale incentivo vengono finanziati mediante un sovrapprezzo del costo dell’energia elettrica, che viene addebitato direttamente ai consumatori finali nel conteggio di tutte le bollette (componente A3 degli oneri di sistema). Il valore dell’incentivo CIP6 viene aggiornato trimestralmente e i valori (in €/MWh) sono pubblicati sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Energetici). A quanto ammonta questo sovrapprezzo? Secondo un’indagine di Legambiente, la spesa annua in bolletta legata alle fonti rinnovabili è di 67 euro, pari al 13,1%, dei complessivi 515 euro che mediamente paga una famiglia italiana.
Resta il fatto, tuttavia, che le nostre bollette energetiche sono troppo alte: secondo i dati dell’Autorità per l’energia, tra il 2002 e il 2012, la spesa annua delle famiglie è cresciuta del 52,5%, passando da 338,43 a 515,31 euro, con un aumento di 176,88 euro a famiglia. Non per colpa delle rinnovabili, sostiene Legambiente cui gli ha fatto eco, di recente, il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, che ha risposto ad un invito dell’Aeeg di ‘sospendere per qualche tempo gli incentivi alle rinnovabili’: “Mettere in contrapposizione la riduzione della bolletta energetica e il sostegno alle fonti rinnovabili, come ha fatto recentemente l’Autorità per l’Energia, è un errore strategico. Rischieremo di uscire dal settore delle rinnovabili mortificando la capacità innovativa del Paese, penalizzando l’industria nazionale, aumentando la disoccupazione: sarebbe come abbandonare la telefonia negli anni Ottanta, prima del boom. Possiamo spingere sul pedale dell’efficienza e delle energie pulite e contemporaneamente alleggerire il costo delle bollette”.
Dello stesso avviso anche l’Aper che nel dossier lanciato oggi chiede: “Ti farebbero comodo tra i 30 e i 76 miliardi di euro?” Se non lo sai, già li possiedi! Perché i soldi spesi per il sostegno degli impianti che producono energia verde, rappresentano già oggi un bel risparmio nella “fattura energetica italiana” che paghiamo ai fornitori, praticamente tutti esteri, di gas, carbone e petrolio!
Il prezzo del petrolio negli ultimi 10 anni – spiega l’Associazione – è lievitato del 300% e il gas del 400%. Il risultato? Oggi una famiglia tipo paga, per la bolletta elettrica, 524 euro all’anno anziché 338! Ben il 55% in più! Le voci connesse alle fonti fossili sono passate dal 31% al 57% del totale! Gli incentivi alle rinnovabili sono solo il 13% della bolletta e sono il nostro investimento verso l’ autosufficienza energetica.