Bitcoin, tra epic crash e illegalità. Commissione Ue: dobbiamo essere vigili
“Abbiamo già un buon mezzo di scambio che si chiama dollaro, perché le persone vogliono i bitcoin? Per garantirsi l’anonimato”, ha affermato l’economista e premio Nobel Joseph Stiglitz, in una recente intervista rilasciata a Bloomerg Tv durante il Forum di Davos. Per Stiglitz il bitcoin non ha alcuna funzione utile, a parte l’elusione della legalità, e deve essere dichiarato fuori legge. Una bocciatura completa dunque per la criptovaluta più nota che la scorsa settimana ha fatto tremare i polsi ai suoi investitori.
Il crollo improvviso infatti ha portato le quotazioni a 9mila dollari, dopo il picco di 20mila dollari sfiorato a dicembre. E c’è chi teme un epic crash che potrebbe verificarsi nel momento in cui il sistema bancario mondiale deciderà di innalzare i tassi.
“La mia sensazione”, continua Stiglitz, “è che, una volta regolamentato, e ostacolate quindi le attività illegali come il riciclaggio, la richiesta di bitcoin crollerebbe: regolarlo per impedire gli abusi significherebbe cancellarne l’esistenza”.
Tuttavia il mondo delle Ico (le offerte iniziali di acquisto di moneta) è tutt’altro che in declino: le oltre 1.400 criptovalute dopo essere scese a 300 miliardi, sono tornate a capitalizzare circa 537 miliardi di dollari.
Gli allarmi sul possibile utilizzo delle valute digitali per il riciclaggio di denaro, oltre che sui potenziali rischi per la stabilità finanziaria che aleggiano sui Bitcoin sono condivisi anche dalla Commissione europea. “L’Ue deve sfruttare le opportunità della blockchain ma dobbiamo essere vigili e impedire che le criptovalute diventino un mezzo per condotte illegali. In dicembre ho scritto alle autorità di vigilanza europee chiedendo loro di aggiornare i loro avvertimenti, nella prospettiva della stabilità finanziaria e della protezione dei consumatori”, ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, responsabile dell’euro e della stabilità finanziaria.
“Le regole che abbiamo concordato a dicembre metteranno lo scambio di criptovalute e i fornitori di servizi di custodia nell’ambito della sorveglianza antiriciclaggio: questo significa meno anonimato, più tracciabilità. Esortiamo tutti gli Stati membri a trasporre queste norme nei rispettivi ordinamenti il più rapidamente possibile”.
Notizia pubblicata il 25/01/2018 ore 17.14
