Bio, verso il SANA. Nei negozi specializzati il cliente tipo è donna
Donna, fra i 35 e i 45 anni, con figli ancora piccoli, reddito medio-alto e con una spesa alimentare in cui gran parte del cibo è bio: questo l’identikit del cliente tipo dei punti vendita specializzati in biologico. Un settore uscito ormai da tempo dalla nicchia, in costante crescita, scelto da un numero crescente di consumatori. Ad accendere i riflettori sul comparto torna anche quest’anno il SANA, il Salone internazionale del biologico e del naturale, in agenda a Bologna dal 7 al 10 settembre. Le tre “anime” del SANA, giunta quest’anno alla trentesima edizione, sono l’alimentazione biologica, la cura del corpo naturale e bio e il green lifestyle.
“Festeggiamo nel 2018 la trentesima edizione di SANA; in questi anni la manifestazione si è accreditata come interprete e vetrina, a livello italiano e internazionale, di un mercato in costante crescita ed evoluzione. SANA – ha detto Antonio Bruzzone, Direttore Generale BolognaFiere – è portavoce di un comparto, quello del biologico e del naturale, sempre più di rilievo per lo sviluppo del nostro Paese: negli anni lo abbiamo visto trasformarsi da settore di nicchia a driver di crescita e innovazione. Il bio e il naturale sono presenti ormai in tutti gli aspetti del quotidiano e guidano le scelte d’acquisto di un numero crescente di consumatori, sempre più attenti ai temi della sostenibilità ambientale e della salute: con il contributo di FederBio, SANA – conclude Bruzzone – ne offre una vetrina completa che comprende tutta l’ampia offerta di questo mercato, riservando spazio ai prodotti di eccellenza e alle ultime tendenze”.
Anche quest’anno arrivano al SANA (saranno presentati nel pomeriggio di venerdì 7) gli ultimi dati dell’Osservatorio SANA 2018, l’annuale approfondimento sui temi del mercato bio, col titolo “Tutti i numeri del Bio italiano: i driver del consumatore e le novità del canale specializzato”. L’Osservatorio, promosso da BolognaFiere con il patrocinio di FederBio e AssoBio, è realizzato da Nomisma e quest’anno avrà come focus i consumatori di prodotti bio, le loro abitudini d’acquisto, le motivazioni alla base delle loro scelte e le strategie e le proposte dei canali di vendita specializzati.
L’indagine, svolta su un campione di 200 punti vendita del canale specializzato in prodotti bio, ha permesso di valutare diversi fattori, come le caratteristiche dei punti vendita stessi, i loro assortimenti e i servizi offerti alla clientela, l’andamento delle vendite e la percezione delle nuove sfide che il mercato propone. Le anticipazioni diffuse oggi dicono che, per quanto riguarda i punti vendita specializzati, con 1437 unità raggiunte nel 2017, i negozi specializzati sono il 13% in più rispetto al 2013 e il 111% in più rispetto al 1993 (fonte: BIOBANK). Di questi, il 60% è concentrato nel nord Italia e il 45% ha aperto nell’ultimo decennio.
Sugli scaffali non c’è solo cibo bio. La maggior parte dei punti vendita propone anche prodotti non-food: in particolare, l’81% espone prodotti naturali e certificati biologici per l’igiene della persona, il 76% offre cosmetici e prodotti erboristici (63%). Anche i prodotti per la cura della casa sono molto ricercati, trovando spazio nel 73% dei negozi. Complessivamente, un punto vendita specializzato offre 2000 referenze, composte per il 79% da prodotti alimentari confezionati, con la macro-categoria pasta, riso, farine, prodotti da forno indicata dal 77% degli esercizi come quella le cui referenze sono aumentate maggiormente negli ultimi 2-3 anni.
Chi è il cliente tipo dei punti vendita specializzati? Secondo l’indagine di Nomisma, l’identikit di questa clientela dice che è “donna (genere prevalente per il 79% degli intervistati), di un’età compresa tra i 35 e i 45 anni (50%), con figli di meno di 12 anni (43%), di reddito medio-alto (78%) ed heavy-user bio (la cui spesa alimentare, cioè, è composta dall’80% al 100% da cibi biologici), che sceglie i prodotti in base ad un particolare stile di vita (free from/veg/light) e che sviluppa un rapporto di fiducia con il proprio rivenditore, visitando il punto vendita almeno una volta a settimana”.