Banche, Confconsumatori denuncia mancata applicazione Mifid 2
“Gli intermediari non applicano la norma Mifid 2, in vigore dopo due anni di ritardi”, questa la denuncia fatta da Confconsumatori in un esposto per pratica abusiva inviato all’Autorità Antitrust. Secondo l’associazione, sugli adempimenti per la trasparenza nella vendita di prodotti finanziari le banche continuano a fare “melina”. A pagarne le conseguenze, come sempre, sono i risparmiatori che non riescono né a capire bene i costi dell’investimento né a confrontare più offerte tra loro.
“Per questo – afferma Confconsumatori – abbiamo deciso di depositare un esposto all’Antitrust per porre fine a un comportamento negligente che priva il consumatore del suo diritto a compiere scelte pienamente consapevoli”.
Dopo ben due anni di rinvii, ricoda l’associazione, dal 3 gennaio 2019 è finalmente norma cogente la “Mifid 2” e, con essa, il regolamento UE 2017/565, che impone agli intermediari di chiarire in maniera trasparente i costi e le commissioni complessive applicate alla vendita di un prodotto finanziario. In pratica chi vende prodotti finanziari deve fornire al cliente obbligatoriamente e per iscritto, sia un’informativa preliminare, sia una rendicontazione successiva che espliciti, in dettaglio, costi e oneri pagati dal consumatore all’intermediario, in percentuale e in valore assoluto.
Queste disposizioni dovevano entrare in vigore nel 2017, ma erano state per due volte posticipate di un anno. Eppure, ancora oggi tardano ad essere applicate: infatti a fine gennaio le principali associazioni di categoria degli intermediari (ABI, Assoreti, Assosim ed Assogestioni) hanno chiesto l’avvio di un tavolo di lavoro per ottenere chiarimenti dall’ESMA (l’Autorità europea di vigilanza) in merito alla stesura definitiva dell’informativa, ammettendo, di fatto, di non aver ancora attuato nella prassi le disposizioni normative.
L’applicazione della normativa sulla trasparenza consentirebbe ai consumatori di capire quanto pagano effettivamente ai diversi intermediari, lungo tutta la catena distributiva. «È un documento indispensabile per confrontare diverse offerte e capire in modo semplice quanto costa il servizio offerto, – spiega Mara Colla presidente di Confconsumatori – quanto e perché si sta pagando, e soprattutto se conviene comprare un prodotto di investimento che ha già un costo in origine, e che quindi dovrà avere un ritorno superiore al detto costo, per garantire un qualche utile effettivo al risparmiatore».
Confconsumatori ha depositato ieri, mercoledì 20, un esposto all’Antitrust, ad opera dell’avvocato Antonio Pinto, ritenendo che le omissioni di informazioni rilevanti e obbligatorie per legge costituiscano una pratica commerciale abusiva, suscettibile di alterare il comportamento economico del consumatore. Confconsumatori ha chiesto all’Autorità di verificare il comportamento degli intermediari, anche di coloro che si sono adeguati solo formalmente alla norma, limitandosi a un’applicazione apparente e sostanzialmente elusiva della disciplina della Mifid 2.
