Banca Popolare Vicenza, Confconsumatori: titoli quasi azzerati, cause inevitabili
Agli azionisti di Banca Popolare di Vicenza ormai non resta che carta straccia: questa mattina la banca ha fissato tra 0,1 e 3 euro la forchetta di prezzo a cui sarà proposto al mercato l’aumento di capitale da 1,75 miliardi. “Un valore bassissimo, molto lontano non solo dai 62 euro a cui erano state vendute le azioni ai risparmiatori negli anni scorsi, ma addirittura anche dai 6,3 euro stabiliti nei mesi scorsi per il recesso” commenta Confconsumatori che ribadisce: per recuperare le perdite sono ormai inevitabili le cause.
I titoli, già pesantemente svalutati, questa mattina sfiorano, di fatto, l’azzeramento. Banca Popolare di Vicenza ha comunicato che: “Nel corso delle attività di Pre-marketing e di Investor Education effettuate presso Investitori Istituzionali di elevato standing nazionale ed internazionale sono emerse indicazioni di interesse non sufficienti a consentire la determinazione di uno specifico intervallo di valorizzazione indicativa secondo la normale prassi di mercato”.
Mara Colla, presidente di Confconsumatori, commenta: “Ci auguriamo che l’aumento di capitale sia pienamente realizzato. Perché con gli 1,75 miliardi dell’aumento, la BPVI potrà riportare il proprio Common Equity Tier1 al di sopra della soglia minima richiesta da Bce del 10,25%, e procedere ad una messa in sicurezza, utile per i suoi dipendenti e correntisti. Tuttavia, tale quotazione significa che il peso ed il valore delle azioni detenute dagli attuali azionisti viene sostanzialmente quasi azzerato. Pertanto, per poter recuperare la perdita appare ormai inevitabile la via giudiziale”.
Per l’avvocato Antonio Pinto, componente del direttivo nazionale di Confconsumatori, dalla lettura del bilancio della banca approvato pochi giorni fa, si evince il peso enorme dei crediti deteriorati: «Al 31 dicembre 2015 su 29,2 miliardi di impieghi lordi, ben il 31,6% risultava deteriorato e il 15,9% classificato come sofferenza, con coverage (coperture a garanzia) rispettivamente pari al 42,4% e al 59,3%. Già solo questo numero testimonia come l’azzeramento del valore delle azioni che si formalizza oggi, in realtà è figlio di numeri di bilancio non veritieri negli anni precedenti, quando il valore della banca, pubblicizzato al mercato dei piccoli azionisti, era assolutamente gonfiato. Tanto conferma le tesi di Confconsumatori, secondo cui i contratti di acquisto delle azioni sono invalidi e possono esser annullati giudizialmente».
Per informazioni sulle iniziative intraprese da Confconsumatori a tutela degli azionisti BPVI è possibile visitare l’area dedicata del sito e compilare il modulo online per ricevere informazioni; oppure rivolgersi alle sedi territoriali o all’indirizzo email risparmio@confconsumatori.it.