Balneari, Altroconsumo: ddl concorrenza occasione persa, a pagare saranno i consumatori (Foto di Paul Brennan da Pixabay)

L’Italia sui balneari rischia una multa salata, avverte Altroconsumo. A febbraio il decreto Milleproroghe aveva prorogato fino al 2024 le concessioni di spiagge e lidi agli attuali gestori degli stabilimenti balneari. Nei giorni scorsi la Corte di Giustizia della Ue ha chiaramente detto che le concessioni delle spiagge non possono essere rinnovate automaticamente. E nell’ultimo ddl concorrenza il Governo ha perso un’occasione per “tornare sui propri passi in merito a scelte che contrastano con i principi fondamentali della concorrenza, imparzialità e trasparenza”, dice Altroconsumo.

L’associazione interviene sul caso delle concessioni balneari e sottolinea che a pagare saranno comunque i consumatori e gli utenti delle spiagge.

 

Balneari, sulle spiagge si riaccende il dibattito (Foto di Argentino Becci da Pixabay)

 

Balneari, fra proroghe e richieste Ue

A febbraio il decreto Milleproroghe aveva prorogato fino al 2024 le concessioni di spiagge e lidi agli attuali gestori degli stabilimenti balneari, ricorda Altroconsumo. Ma questo rinnovo per il giudice europeo non può essere fatto automaticamente senza un regolare appalto pubblico “imparziale e trasparente”.

Come ha detto la Corte di giustizia della Ue in una recentissima sentenza, le concessioni balneari delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente. I giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi.

Da qui si è riacceso il dibattito sulle concessioni balneari, con la gestione italiana delle coste e delle spiagge da tempo nel mirino della Ue. I balneari hanno accolto la sentenza della Corte richiamandosi alle parole sulla “scarsità di risorsa”; gli ambientalisti da loro canto chiedono di non perdere tempo, di mappare le concessioni esistenti, di adeguare i canoni e di aumentare le spiagge libere. Nonostante la sentenza, spiega Altroconsumo, il Governo ha approvato il ddl concorrenza senza affrontare l’argomento e rimandando ad un’altra occasione la revisione di quanto era stato deciso col Milleproproroghe. “Una decisione in contrasto con la direttiva europea che da anni chiede all’Italia una liberalizzazione del settore”, commenta l’associazione.

Si aspetta insomma di completare una mappatura del demanio marittimo e delle concessioni vigenti e avere quindi un quadro chiaro della quantità di spiagge occupate e libere in Italia. Ma come ricorda Altroconsumo, l’Italia è sotto i riflettori della Ue da tempo sulle concessioni per le spiagge, che sono beni pubblici.

«Con l’approvazione dell’ultimo DDL concorrenza, il governo italiano ha perso un’occasione per mettere una pezza a quanto chiede l’Europa ormai dal 2020 e che è stato ribadito dalla recente sentenza della Corte di Giustizia. Ovvero tornare sui propri passi in merito a scelte che contrastano con i principi fondamentali della concorrenza, imparzialità e trasparenza, ripresi sia dalla direttiva Bolkestein sia dalla sentenza del Consiglio di Stato del 2021 – ha dichiarato Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo – Altroconsumo continuerà a monitorare e a chiedere che sia attuata una riforma vera per favorire un’offerta di servizi più variegata che dia alle persone maggiore possibilità di scelta e per affrancare il settore dei servizi balneari da logiche anticoncorrenziali che rispondono solo ai bisogni degli operatori economici, lasciando indietro gli utenti privati».

 

Altroconsumo indagine spiagge 2022

 

Nel frattempo pagano i consumatori

Nel frattempo, ricorda Altroconsumo, a pagare sono sempre i consumatori.

E lo fanno perché il ritardo nell’affrontare questa situazione si ripercuoterà “anche quest’estate” sul prezzo di lettini e ombrelloni che “i consumatori sono costretti a pagare per godere delle spiagge del demanio pubblico. La cristallizzazione per decenni di questo settore – dice l’associazione – ha portato i prezzi degli stabilimenti balneari alle stelle, come dimostrano le nostre indagini sul campo di tutti questi anni. In quella svolta nel maggio scorso, ad esempio, era emerso un aumento del 10% rispetto ai prezzi applicati dai gestori degli stabilimenti nel 2021”.

La stessa inchiesta restituiva anche il quadro di quale spiaggia preferissero gli italiani. Libera o con stabilimento? Nell’indagine Altroconsumo del 2022, il 28% degli intervistati sceglie lo stabilimento balneare, l’11% la spiaggia libera attrezzata a pagamento, il 16% la spiaggia libera e gratuita con servizi (come bar, docce, wc…) e il 19% la spiaggia libera e gratuita senza servizi.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)