Back to routine: 4 italiani su 10 pronti per il rientro. Per i più pigri, un aiuto dalle App
Giorni e mesi a organizzare ferie e viaggi e poi? Un battito di ciglia e bisogna salutare il mare, la spiaggia, le passeggiate all’aria aperta e il dolce far niente per tuffarsi nuovamente nella routine della vita in città. Secondo un sondaggio Groupon, sembra, però, che gli italiani abbiano avuto modo di rilassarsi abbastanza durante le vacanze, tanto che il 40% dei nostri connazionali dichiara di aver accumulato energie sufficienti per il rientro al lavoro/scuola ed è ottimista nei confronti dei cambiamenti. C’è però un altrettanto 38% che dopo la prima settimana in ufficio non vede l’ora del weekend per fuggire di nuovo fuori città.
Partire in periodi diversi da quelli solitamente deputati alle ferie ha, tra l’altro, l’indubbio vantaggio di non dover fare i conti con tutto ciò che rende caotica la vacanza in agosto. Un italiano su due infatti non ha dubbi: la troppa folla rende le ferie estive una mission impossible alla ricerca di introvabili posti tranquilli dove potersi rilassare in pace. Al secondo posto troviamo la fatica: il 15% degli utenti ritiene di stancarsi più in vacanza che in ufficio a causa della “movimentazione” dell’intera famiglia durante le giornate al mare/montagna. Terzo posto a pari-merito per la monotonia (il tempo passa troppo lentamente) e la pigrizia causata dalla sedentarietà.
Durante i giorni di ferie, a volte capita di pensare alla routine che ci aspetta alla fine delle vacanze. Se un abbondante 61% scaccia subito questo pensiero affermando che non ne sente affatto la mancanza, c’è un 28% che dichiara di avere un po’ di nostalgia, anche se tende a crearsi una nuova quotidianità (molto migliore) seguendo i ritmi della vacanza. Terzo gradino del podio per chi non sa nemmeno cosa sia la routine perché va di improvvisazione durante tutto l’anno, mentre come fanalino di coda troviamo un 3% di italiani che ammettono di sentire terribilmente la mancanza della loro vita quotidiana, perché amano quei piccoli appuntamenti fissi che scandiscono il ritmo delle loro giornate.
Se però sentite di rientrare nella percentuale di coloro che non sentono affatto la nostalgia della “solita vita” e tremano al pensiero che sia già tutto finito, non scoraggiatevi: ci sono diverse App molto smart che possono aiutare a superare la sindrome da rientro.
Solo pensare al rientro a lavoro provoca stress? Sappiate che ci sono servizi per poter beneficiare di massaggi “on demand” a domicilio o addirittura a lavoro tra una riunione e l’altra: si chiama ShapeMe@Work ed attivo in 9 province italiane, con un network di più di 320 massoterapisti certificati e selezionati.
Se il problema principale è quello di dover affrontare il traffico per raggiungere la sede di lavoro, la soluzione è la condivisione del viaggio: a suggerirlo è Jojob, il maggior player italiano di carpooling aziendale, che tramite un’app permette ai dipendenti della stessa azienda e di aziende limitrofe di certificare gli spostamenti casa-lavoro percorsi in carpooling, a piedi o in bicicletta. In questo modo si tolgono auto dalle strade, si risparmia CO2 e si dividono le spese della benzina. In più, chi condivide l’auto o sceglie di muoversi in bici o a piedi viene premiato con promozioni e incentivi offerti dalle aziende.
Per i pendolari, il “back to work” sarà meno traumatico con Virail, l’app che compara tutti i mezzi di trasporto e che offre la possibilità di monitorare i ritardi dei treni e ricevere aggiornamenti a riguardo grazie a notifiche dedicate. Virail è ideale anche per chi sta preparando una trasferta di lavoro: il “metamotore” confronta i prezzi, i percorsi e le soluzioni di trasporto che prevedono treno, aereo e – unico in Italia – anche carpooling (BlaBlaCar) e bus.
Con il rientro in ufficio è d’obbligo non soltanto un check delle scartoffie lasciate sulla scrivania, ma anche dei propri dispositivi elettronici, per mettersi al riparo dai cyber-attacchi. Per questo, Ermes Cyber Security ricorda 5 accorgimenti per tenere al sicuro computer e smartphone: utilizzare sul lavoro password diverse da quelle scelte per i social network privati; utilizzare sistemi di protezione di buona qualità; evitare di visualizzare siti di dubbia origine; scaricare software pirata su dispositivi aziendali; utilizzare chiavi usb non cifrate per trasferire i dati.
