Acquistare un’auto, ormai, è un’impresa: tra pratiche commerciali scorrette e informazioni fuorvianti sulla garanzia, c’è materiale per avviare un esposto all’Antitrust. E ci sta pensando Federconsumatori che sta raccogliendo le segnalazioni di numerosi cittadini che denunciano diversi fenomeni gravi di scarsa trasparenza e omissione di informazioni pre-contrattuali, previste per legge, è imponendo ostacoli all’esercizio dei diritti post-vendita.
L’Associazione ricorda che il settore automobilistico è importante per la nostra economia: nel mercato nazionale operano oltre 8000 rivenditori, suddivisi in 3000 concessionari ufficiali, 4000 commercianti e i restanti 1000 sono piccole officine o gommisti che vendono auto usate. Nel 2015 sono state vendute complessivamente 2.500.000 auto usate e 1.600.000 auto nuove, per un totale di 4.100.000 automobili. E il 90% di queste automobili vengono proposte in modo scorretto.
C’è poca trasparenza anche sulla vendita. Sembrerebbe che alcuni concessionari consorziati tramite portali di annunci, mediante un sistema tecnologico che importa gli annunci di tutti i venditori di auto nazionali, avrebbero architettato un meccanismo che mostra agli utenti, a loro insaputa, un risultato che penalizza i rivenditori privi di stelle. Il ranking attraverso il sistema delle “stelle” è utilizzato per valutare la qualità dell’auto messa in vendita a discapito dei venditori che non si sono consorziati. Un sistema di valutazione alquanto fuorviante, dal momento che gli utenti sono indotti a credere che la valutazione sia effettuata sulla base della qualità e no di accordi tra i rivenditori.
Ma le pratiche scorrette non finiscono qui. Molti di questi portali fanno intendere agli utenti che la garanzia legale si limita a un numero circoscritto di componenti e che, in caso di guasto, il cliente dovrà partecipare alla spesa. Lo stesso sistema viene usato anche da altri concessionari, anche se operano autonomamente sotto l’aspetto della contrattualistica e della gestione delle garanzie o altri servizi simili.
Poi vi sono società che propongono l’acquisto di auto tramite pubblicità su internet: gli utenti una volta compilato il form ricevono una quotazione della propria auto e un appuntamento, una volta recati presso i vari punti di acquisto dislocati sul territorio nazionale, ricevono una quotazione inferiore, firmando prima l’atto di vendita e poi ricevendo il pagamento solo per bonifico bancario. Sarebbero molti i casi in cui i venditori conducono trattative a distanza, con transazioni online (bonifici a titolo di caparra) senza inviare alcuna condizione pre-contrattuale di acquisto, effettuando proposte e accettazioni delle proposte ampiamente fuori norma.
In modo più aggressivo, propongono anche sistemi di “prenotazione on-line” senza specificare all’interno dei loro siti internet e in fase pre-contrattuale, la differenza tra garanzia legale e la presenza di un’eventuale garanzia convenzionale o del produttore, omettendo in oltre l’esistenza del “diritto di recesso.
Federconsumatori, assieme alla sua consulta giuridica, sta studiando un percorso di analisi per produrre un esposto all’autorità competente e annuncia che manderà anche al CNCU una richiesta di verifica delle procedure sia pubblicitarie che di sostegno alle vendite che in questo settore vengono applicate. Federconsumatori ricorda che le Associazioni dei Consumatori non possono  attuare analisi di mercato o percorsi di sostegno pagati da parte di chi produce e vende prodotti. “Chiediamo  ai venditori  che applicano le procedure corrette e legali nella vendita sia dell’usato che del nuovo di fornirci  eventuali percorsi di scorrettezza professionale che nel settore  eventualmente vengano applicati al fine di preparare una corretta procedura relativa all’esposto dando come associazione la massima disponibilità a percorsi comuni al fine di tutelare sia il consumatore che per  il rivenditore”.


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