Biglietti clonati per destinare gli introiti a fondi neri di circa 70 milioni di euro per finanziare la politica. E’ il presunto sistema di contraffazione dei biglietti dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico di Roma, tra le più grandi d’Europa. La vicenda è scoppiata un paio di giorni fa, dopo l’inchiesta pubblicata dal quotidiano la Repubblica.  Secondo Federconsumatori e Adusbef si tratta di uno degli episodi più indegni e vergognosi a cui i cittadini abbiano mai dovuto assistere.
“Una truffa intollerabile su cui chiediamo venga fatta la massima chiarezza, in tempi rapidissimi – dichiarano i presidenti delle due Associazioni Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti – Una volta accertate tutte le responsabilità, dovrà scattare una severa operazione di pulizia generale. Vigileremo affinché chiunque sia coinvolto in tale vicenda venga punito severamente, oltre che allontanato da qualsiasi incarico”.
“I proventi incassati tramite questo insopportabile meccanismo illecito dovranno rientrare nelle casse dell’Atac – aggiungono i due presidenti – per essere investiti sulla manutenzione e sul potenziamento di un trasporto pubblico ormai allo stremo, che quotidianamente deve fare i conti con disguidi, malfunzionamenti e sovraffollamento. Inoltre abbiamo dato mandato ai nostri uffici legali di studiare ogni possibilità di intervento per far sì che i cittadini romani ricevano congrui risarcimenti da parte dei truffatori senza scrupoli che hanno lucrato alle loro spalle”.
“Occorre mettere a gara il servizio di trasporto di Roma Capitale – scrive l’Aduc in una nota – Dopo lo scandalo dei biglietti clonati, di cui attendiamo conferma, occorre mettere mano al sistema societario dell’Atac e procedere al bando europeo per l’attribuzione al vincitore della gestione del servizio. E’ necessario che il Comune si liberi di una serie di attività che possono essere gestite altrimenti e con maggiore efficacia. Insomma, occorre liberalizzare, come hanno fatto altri Comuni, le attività a gestione diretta del Campidoglio (Atac, Ama, ecc.) e abolirne altre che non hanno senso per i cittadini (come le Assicurazioni di Roma)”.


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