Sanità, approvata nuova convenzione: medici a disposizione h24
Finalmente, dopo sei anni, la convenzione tra Servizio Sanitario Nazionale e medici di base è stata rinnovata e approvata. Evidenti le novità introdotte: assistenza h24- 16 ore garantite dall’ambulatorio tradizionale e, per le ore notturne, servizio 118 a disposizione per le urgenze. L’assistenza pediatrica sarà assicurata per 12 ore al giorno e sarà possibile prenotare le visite specialistiche direttamente negli studi senza doversi rivolgere al CUP.
L’idea alla base del cambiamento voluto dalla Commissione Salute delle Regioni è quella di riorganizzare i processi assistenziali e di accesso alle prestazioni coordinando il lavoro dei medici di base con quello degli altri professionisti sanitari.
Ora la palla passa al Sisac (Struttura interregionale sanitari convenzionati) che dovrà aprire le trattative con i sindacati dei medici. Per ora la Fimmg, il sindacato maggioritario, ha dato il suo consenso al nuovo Atto di indirizzo. La nuova organizzazione, ha commentato Giacomo Milillo, segretario generale Fimmg, “consente di avere più medici disponibili nell’arco della giornata, andando a coprire anche fasce orarie come quelle delle 8 alle 10 del mattino o del primo pomeriggio, dalle 14 alle 16, oggi meno coperte. E che generano così intasamenti nei pronto soccorsi a discapito di chi ha una vera emergenza”.
La continuità delle prestazioni sarà garantita dalle Aggregazioni Territoriali Funzionali (AFT), un modello organizzativo, simile a quello delle farmacie, che permetterà ai cittadini di avere a disposizione un medico in qualunque momento. Infatti, terminato il turno del proprio medico di base, ce ne sarà comunque un altro a disposizione. La connessione con un database di riferimento consentirà al medico di avere la possibilità di conoscere il profilo sanitario dell’assistito. Ogni AFT dovrà avere un bacino di utenza non superiore ai 30mila abitanti.
Tuttavia, secondo alcuni, la nuova organizzazione provocherà effetti negativi, come il sovraffollamento dei pronto soccorsi e perdita di posti di lavoro da parte del personale medico.