La resistenza agli antibiotici è una delle principali minacce di oggi alla salute globale, alla sicurezza alimentare e allo sviluppo. Le infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici sono più difficili da trattare e il rischio è quello di fare un salto all’indietro, quando si era in grave pericolo anche per infezioni comuni. È l’allarme che arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità per la Settimana mondiale di sensibilizzazione agli antibiotici, da oggi al 19 novembre. 

Si tratta di un fenomeno sul quale da tempo si è soffermata l’attenzione delle istituzioni sanitarie, perché i rischi che l’abuso di antibiotici porta con sé – nella cura degli esseri umani come degli animali – sono diventati ormai insostenibili. La resistenza agli antibiotici, avverte ancora l’Oms, può colpire chiunque e in qualunque paese, avviene naturalmente ma l’uso improprio di questi farmaci negli esseri umani e negli animali sta accelerando il processo. E il risultato è che “un numero crescente di infezioni – come la polmonite, la tubercolosi, la gonorrea e la salmonellosi – stanno diventando più difficili da trattare, poiché gli antibiotici usati per trattarli diventano meno efficaci”. La resistenza agli antibiotici finisce per causare soggiorni più lunghi negli ospedali, costi medici più elevati e una maggiore mortalità.

Da queste coordinate parte dunque la Settimana di sensibilizzazione. La FAO, l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE) e l’OMS insieme hanno lanciato un appello per un uso responsabile degli antibiotici negli esseri umani e negli animali, per ridurre l’emergere di una crescente resistenza. Si legge in una nota: “La resistenza agli antibiotici è salita a livelli pericolosamente elevati in tutte le parti del mondo e minaccia la nostra capacità di trattare comuni malattie infettive. Le infezioni che colpiscono le persone – tra queste la polmonite, la tubercolosi, l’avvelenamento del sangue e la gonorrea – e gli animali stanno diventando sempre più difficili e talvolta impossibili da trattare quando gli antibiotici diventano meno efficaci”. Il fenomeno è collegato anche a una eccessiva prescrizione di antibiotici da parte di medici e veterinari e al generale abuso di questi farmaci spesso fatto dai pazienti. Esempi di un uso improprio comprendono l’assunzione di antibiotici per infezioni virali come raffreddori e influenza e il loro impiego come promotori di crescita animale in aziende agricole o nell’acquacoltura.

Le tre istituzioni stanno dunque collaborando per un approccio “One Health”, un’unica salute, umana e animale, che promuova le migliori pratiche per ridurre l’emergere e la diffusione di microbi resistenti agli antibiotici sia negli esseri umani che negli animali. Ha detto il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS: “La resistenza agli antibiotici è una crisi globale che non possiamo ignorare. Se non affrontiamo questa minaccia con azioni forti e coordinate, la resistenza antimicrobica ci riporterà indietro, a quando le persone temevano infezioni comuni e rischiavano la vita a seguito di piccoli interventi chirurgici“.

“L’uso eccessivo di antimicrobici ne compromette l’efficacia e dobbiamo ridurne l’uso improprio nei sistemi alimentari – ha aggiunto José Graziano da Silva, Direttore Generale della FAO – I medicinali veterinari antimicrobici sono uno strumento cruciale per la salute e il benessere degli animali e la produzione di alimenti sicuri, ma non sono affatto l’unico strumento che abbiamo a disposizione”.


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