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Sul tavolo delle famiglie arrivano nuove previsioni di aumenti di prezzi e tariffe anche per l’anno appena iniziato:  il 2014 si apre con la stima di una stangata di quasi 1400 euro a famiglia, fra rincari nel settore dell’alimentazione, dei trasporti, delle autostrade, dei carburanti e dei servizi bancari. Questo almeno quanto stima l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sulla base dei dati Istat.
Le previsioni dell’Osservatorio parlano di rincari del 5% (pari a circa 327 euro a famiglia) nel settore dell’alimentazione, di 81 euro per treni e servizi locali, di 61 euro per i servizi bancari; a questi si aggiungono 108 euro di aumenti per i carburanti, 53 euro (più 5%) nelle assicurazioni auto, 57 euro (più 3%) per le tariffe autostradali, 156 euro per le addizionali territoriali, 48 euro per le tariffe postali e diversi altri aumenti in numerosi settori di spesa, fatta eccezione per le previsioni al ribasso delle tariffe del gas e dell’elettricità. Totale stimato: una stangata pari a 1394 euro a famiglia.
“Le motivazioni di tali aumenti non sono solo legate alle solite volontà speculative, tra cui quelle perniciose delle Banche e Assicurazioni che già detengono tristi primati europei, ma anche a nodi irrisolti della nostra struttura economica, in tema di competitività e di oppressione burocratica, nonché dei servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo sui prezzi e sulle tariffe”, affermano Federconsumatori e Adusbef, che denunciano la pressione fiscale sulla casa e le ricadute dell’aumento Iva al 22%. Il risultato saranno “aumenti insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie (già duramente provate) e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”.
Commentano i presidenti Federconsumatori e Adusbef Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti: “Le parole d’ordine per risollevare le sorti delle famiglie e dell’intera economia sono: ripresa della domanda di mercato, liberalizzazioni e processi di detassazione tagliando sprechi e privilegi, nonché investimenti per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico per il lavoro che rimane il problema fondamentale del Paese. In assenza di un serio progetto che vada in questa direzione, la fuoriuscita dalla crisi si farà sempre più lontana ed improbabile”.


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