Ogni anno l’Unione europea “esporta” in Medio Oriente, Nord Africa e Turchia oltre due milioni di bovini e ovini. Gli animali, stipati in camion sovraffollati, sono trasportati via strada per lunghissimi viaggi diretti in Turchia o ai porti marittimi nel Sud Europa, dove vengono imbarcati e trasportati via mare in Medio Oriente e in Nord Africa. Qui spesso vengono macellati in maniera brutale. Il valore dell’esportazione di animali vivi dall’UE vale 4 miliardi secondo Eurostat. Dal 2012, l’esportazione di bovini ed ovini verso paesi terzi come la Turchia, che hanno standard di benessere animale più bassi è aumentata del 50% dal 2012.

La scorsa settimana Eurogroup for Animals ha consegnato 1 milione di firme al Commissario europeo per la salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, e grazie a questo, il tema è stato inserito nell’agenda politica dell’Unione: sarà infatti creato un sottogruppo di lavoro dedicato ai trasporti nella piattaforma sul benessere animale dell’UE. Il sottogruppo avrà lo scopo di rivedere l’attuale sistema di regole che disciplinano il trasporto su animali vivi a lunga distanza.

Per mantenere viva l’attenzione sull’argomento e ribadire le richieste dei cittadini CIWF ha lanciato una nuova petizione internazionale per chiedere questa volta al presidente della Commissione europea Juncker e ai Commissari al Commercio Malmström e all’Agricoltura e Sviluppo rurale Hogan di vietare le esportazioni di animali vivi fuori dall’Unione europea.

Dichiara Annamaria Pisapia Direttrice di CIWF Italia Onlus: “Questo crudele commercio avviene in violazione del trattato sul funzionamento dell’Unione europea. L’articolo 13 riconosce gli animali quali “esseri senzienti” e stabilisce che, nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione nel settore dell’agricoltura e del trasporto, la Commissione e gli Stati membri tengano pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali. Certamente permettere l’esportazione di animali tramite viaggi a lunga distanza verso Paesi in cui essi, dopo sofferenze di giorni, potrebbero essere macellati con metodi estremamente brutali non tiene affatto conto del benessere degli animali. Si tratta di un commercio tanto barbaro quanto spietato, che deve essere proibito il prima possibile. Ogni animale che soffre le pene dell’inferno durante queste crudeli esportazioni è una vergogna per l’Europa e quindi per tutti noi”.

Queste pratiche infrangono le linee guida internazionali dell’OIE (Organizzazione mondiale per la Sanità Animale) relative al benessere degli animali. Inoltre, molto spesso, i viaggi a lunga distanza violano una sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. La Corte ha infatti deliberato che la normativa europea sulla protezione degli animali durante il trasporto è vigente e deve essere rispettata anche quando un camion o una nave adibiti al trasporto di animali vivi escono dall’Unione europea. Ma questa sentenza è spesso ignorata dalla Commissione europea e dagli operatori commerciali.

Le informazioni raccolte dai nostri investigatori mostrano molteplici violazioni del Regolamento (CE) N. 1/2005 del Consiglio del 22 dicembre 2004 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97.

Si può sostenere che la maggior parte, anche se non la totalità, dei trasporti a lunga distanza di animali vivi infrangono il Regolamento (CE) N. 1/2005. L’articolo 3, “Condizioni generali per il trasporto di animali”, nel Capo I di tale regolamento, statuisce che “Nessuno è autorizzato a trasportare o a far trasportare animali in condizioni tali da esporli a lesioni o a sofferenze inutili”. Nell’Allegato I, Capo I, Sezione I è presente una statuizione ancora più ampia “Non può essere trasportato nessun animale che non sia idoneo al viaggio previsto, né le condizioni di trasporto possono essere tali da esporre l’animale a lesioni o a sofferenze inutili”.

CIWF reputa che non sia possibile trasportare animali vivi per tali distanze e con queste durate di ore e giorni, senza che sia preventivabile un’alta probabilità di lesioni e sofferenze. Il trasporto di animali vivi sia crudele e non necessario, soprattutto perché è possibile un’alternativa: trasportare carne congelata in furgoni e camion refrigerati.


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