Alta moda, faro Antitrust sulle condizioni di lavoro nei gruppi Armani e Dior
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di società del gruppi Armani e Dior. L’accusa: lavoratori con “salari inadeguati”, in condizioni sanitarie e di sicurezza “insufficienti” e “in contrasto con i vantati livelli di eccellenza della produzione”
Caporalato e lavoro illegale nella moda finiscono nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza ha infatti avviato un’istruttoria nei confronti di società dei gruppi Armani e Dior per presunta pratica commerciale scorretta.
Secondo l’Antitrust, che si è mossa anche a seguito dell’attività di Procura e Tribunale di Milano, “ in alcuni casi le società avrebbero utilizzato forniture provenienti da laboratori che impiegano lavoratori che riceverebbero salari inadeguati. Inoltre opererebbero in orari di lavoro oltre i limiti di legge e in condizioni sanitarie e di sicurezza insufficienti, in contrasto con i vantati livelli di eccellenza della produzione”.
Da una parte, insomma, la rivendicazione dell’eccellenza dei due grandi marchi di moda. Dall’altra le accuse di violazioni dei diritti dei lavoratori che muovono la filiera. E in ultimo, secondo l’ipotesi dell’Antitrust, anche ripercussioni sui consumatori.
Antitrust: “Le società potrebbero aver presentato dichiarazioni etiche non veritiere”
Nel dettaglio, l’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di alcune società del Gruppo Armani (Giorgio Armani S.p.A. e G.A. Operations S.p.A.) e un’istruttoria nei confronti di alcune società del Gruppo Dior (Christian Dior Couture S.A., Christian Dior Italia S.r.l. e Manufactures Dior S.r.l.) per “possibili condotte illecite nella promozione e nella vendita di articoli e di accessori di abbigliamento”, in violazione delle norme del Codice del Consumo.
“In entrambi i casi, – scrive l’Antitrust – le società potrebbero avere presentato dichiarazioni etiche e di responsabilità sociale non veritiere, in particolare riguardo alle condizioni di lavoro e al rispetto della legalità presso i loro fornitori”.
Le due società avrebbero poi enfatizzato artigianalità ed eccellenza delle loro produzioni ma “a fronte di tali dichiarazioni, per realizzare alcuni articoli e accessori di abbigliamento, le società si sarebbero avvalse di forniture provenienti da laboratori e da opifici che impiegano lavoratori che riceverebbero salari inadeguati – rileva ancora l’Antitrust – Inoltre opererebbero in orari di lavoro oltre i limiti di legge e in condizioni sanitarie e di sicurezza insufficienti, in contrasto con i livelli di eccellenza della produzione vantati dalle società”.
Ieri i funzionari dell’Autorità, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni presso le sedi delle società Giorgio Armani e G.A. Operations e anche presso la sede della società Christian Dior Italia.