Allevamento conigli, CIWF: necessaria etichetta con metodo di allevamento
In questi giorni il Ministero della Salute è stato chiamato a esprimersi in merito alla richiesta di utilizzare in etichetta la dicitura “a terra” per i prodotti derivati da conigli allevati in sistemi alternativi alle gabbie. L’utilizzo di gabbie nell’allevamento dei conigli rappresenta una pratica largamente diffusa nel settore cunicolo italiano. In Italia ogni anno vengono allevati circa 21 milioni di conigli (ISTAT). L’approvazione di questa etichettatura volontaria servirebbe a promuovere lo sviluppo di sistemi di allevamento alternativi che permettano ai consumatori di compiere scelte responsabili e agli animali di avere standard che garantiscano condizioni maggiormente rispettose del loro benessere.
I sistemi di allevamento in gabbia, comprese le cosiddette “gabbie benessere”, limitano fortemente le possibilità di movimento e di interazione sociale tra gli animali, compromettendo seriamente il benessere fisico, e soprattutto mentale, dei conigli. “Avere un’alternativa disponibile sul mercato, che sia etichettata in maniera facilmente riconoscibile, è una richiesta che i consumatori italiani avanzano ormai da alcuni anni, come ha dimostrato la nostra petizione lanciata per avere prodotti che rispettino il benessere dei conigli che ha raccolto oltre 87.000 firme in Italia”, afferma Ciwf.
Nei sistemi commerciali alternativi alle gabbie, i conigli sono allevati in recinti sopraelevati rispetto al pavimento, per poter migliorare la loro salute e, da ultimo, eliminare l’utilizzo di routine degli antibiotici. Nonostante siano appunto sopraelevati rispetto al pavimento, utilizzare la dicitura “a terra” non è considerato come una pratica fuorviante per i consumatori. Infatti, altri paesi in Europa, più avanzati dell’Italia nel settore cunicolo e che utilizzano da tempo sistemi di allevamento alternativi alle gabbie, stanno già impiegando la dicitura “a terra”, come accade ad esempio in Germania. Inoltre, la dicitura è in linea con quanto stabilito dalla normativa europea per l’etichettatura delle uova, l’unica esistente in materia cui poter fare riferimento.
“La dicitura “a terra” è ormai ben conosciuta e identificata dai consumatori italiani”, dichiara Elisa Bianco, responsabile del Settore Alimentare di CIWF in Italia. In essa, “vi riconoscono sistemi di allevamento maggiormente rispettosi del benessere animale rispetto alle gabbie, un aspetto di cruciale importanza per permettere loro di compiere scelte informate e riconoscere immediatamente quello che stanno comprando. I consumatori italiani, che sono già disposti a pagare un prezzo più alto per i prodotti da sistemi non in gabbia, dovrebbero avere il diritto di avere un’etichetta che differenzi chiaramente la carne di allevamenti maggiormente rispettosi del benessere animale con un termine che siano in grado di riconoscere facilmente”.
Rendere disponibile sul mercato una linea di prodotti di carne di coniglio che provenga da animali non allevati in gabbia e distinguerla in modo chiaro per i consumatori rappresenta un primo passo cruciale per sostenere lo sviluppo di filiere cunicole italiane maggiormente rispettose del benessere animale, dagli allevatori che scelgono di impegnarsi per migliorare il benessere dei loro animali, ai consumatori che, con le loro scelte, sono desiderosi di potere promuovere e premiare questo miglioramento.