È nato prima l’uovo o la gallina? Quest’estate la risposta al dilemma aristotelico è passata decisamente in secondo piano, lasciando il passo ad una sostanziale necessità: l’importante è che non ci sia traccia di Fipronil. Nel bel mezzo del mese di agosto infatti la Commissione europea ha reso noto che in 15 paesi europei (compresa l’Italia) sono state importate uova contaminate con l’insetticida il cui uso è vietato nell’Ue.

Le uova, prodotte in Olanda e in Belgio, sono finite al centro dell’attenzione di Bruxelles e in poche ore lo scandalo si è allargato a macchia d’olio: durante gli ultimi giorni, 150 aziende avicole dei Paesi Bassi sono state chiuse in via cautelativa.

Il Ministero della Salute italiano ha in un primo momento dichiarato che “le uova contaminate con fipronil non sono distribuite in Italia”, salvo poi correggere il tiro precisando che sono stati sequestrati alcuni prodotti forniti da un’azienda francese che ha usato uova provenienti da uno degli allevamenti olandesi coinvolti nello scandalo. Le indagine dei Carabinieri dei Nas hanno però portato alla luce negli ultimi giorni alcuni casi di contaminazione anche nel nostro Paese che hanno portato al blocco di alcuni allevamenti in Emilia- Romagna e sequestri Campania, mentre sono risultati positivi i campioni analizzati nelle Marche.

Ma quali sono i pericoli derivanti dalla contaminazione? Il fipronil è un insetticida utilizzato nella pratica veterinaria come insetticida di seconda generazione contro pulci, pidocchi, acari e zecche e parassiti in genere, ma ne è vietato l’uso negli animali destinati alla catena alimentare.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), nelle Linee guida 2000-2002 ai pesticidi, considera il fipronil, allo stato solido, “moderatamente tossico per l’uomo”. L’esposizione all’insetticida può causare nausea, vomito, dolore addominale e crisi epilettiche. Se consumato in grandi quantità può causare danni ai reni, al fegato e alla tiroide. Gli esperti sono però concordi che i rischi per la salute sono molto bassi perché gli effetti da intossicazione si verificano solo nel caso di esposizioni ad alte dosi.

Già nel 2013 la Commissione europea aveva imposto restrizioni, in un bando parziale della durata di due anni sull’uso del fipronil, per contrastare la moria di insetti impollinatori e delle api. In particolare, a seguito di una valutazione condotta dell’Efsa (Autorità Ue per la sicurezza alimentare) sul rischio per le api da fipronil, è stato proibito il suo impiego per la concia delle sementi, tranne che su semi piantati in serre e su semi di porro, cipolla, scalogno e verdure della famiglia delle crocifere seminate nei campi e raccolte prima della fioritura.

Sulla vicenda, le associazioni dei consumatori hanno chiesto soprattutto che il Ministero della Salute faccia chiarezza e fornisca dati e informazioni certe per tranquillizzare i consumatori.

Fondamentale, afferma Coldiretti, “fare i nomi delle aziende coinvolte, pubblicando come in Francia, l’elenco dei prodotti coinvolti e togliendo il segreto sulla destinazione finale di tutti i prodotti alimentari importati rendendo finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero”.

Dello stesso avviso anche il presidente del Movimento Difesa del Cittadino. Francesco Luongo, che aggiunge: “In una filiera alimentare così complessa e globalizzata non basta avere un sistema di allerta che viene attivato, molto spesso, quando lo scandalo ha già raggiunto le dimensioni “europee”, coinvolgendo praticamente tutti i Paesi. Bisogna intervenire sulla trasparenza e sulla tracciabilità dei vari passaggi, con una normativa europea che garantisca informazioni chiare su tutti i prodotti, soprattutto sugli alimenti composti. E poi bisogna incrementare i controlli a monte, perché le verifiche ex-post, evidentemente, non bastano. Non possiamo permetterci di avere queste falle in un settore tanto delicato come quello della sicurezza alimentare, mettendo a rischio la salute dei cittadini”.

L’Unione Nazionale Consumatori insiste invece sulla necessità di fare chiarezza sui livelli di contaminazione e sull’origine delle uova, visto che i potenziali effetti negativi per la salute dell’uomo si manifestano proprio in seguito al superamento di una data soglia.

Intanto, il direttore per la sicurezza alimentare del ministero della Salute, Giuseppe Ruocco, in un’intervista a Repubblica, ha dichiarato che la prossima settimana ci sarà una riunione con gli altri ministeri interessati e le associazioni di categoria sulle uova contaminate con fipronil.

“Bene, siano però convocate anche le associazioni di consumatori che, rappresentando gli acquirenti di uova e, conseguentemente, gli effettivi destinatari di ogni provvedimento, hanno diritto di essere ascoltati, anche per poter poi correttamente informare gli utenti, rassicurandoli rispetto ad eventuali rischi”, afferma Massimiliano Dona, presidente UNC.

In un confronto approfondito sul tema non può mancare la rappresentanza dei cittadini consumatori”, afferma Emilio Viafora, presidente di Federconsumatori. “Auspichiamo una convocazione urgente da parte del Ministero, al quale rivolgeremo le nostre istanze relative alla maggiore trasparenza nella tracciabilità dei prodotti e ad all’implementazione dei controlli relativi all’utilizzo dei fitofarmaci e a tutta la filiera della lavorazione con uova”.


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